Il Presidente del Senato Pietro Grasso: “Su ddl Boschi io imparziale, ma non mi candido al Quirinale”

Pubblicato il 10 Agosto 2014 alle 13:06 Autore: Emanuele Vena
pietro grasso

Spossato come dopo una maratona, ma sollevato. Questa la risposta del Presidente del Senato, Pietro Grasso – intervistato dal quotidiano ‘Repubblica’ – alla domanda sulle sue sensazioni dopo la full immersion non stop per l’approvazione del ddl Senato. Con un solo obiettivo nel futuro immediato: “Ricaricarmi qualche giorno nella mia Palermo”.

IL GIOCO DELLE PARTI – A chi gli accusa di esser stato – a momenti alterni, durante l’iter del ddl Boschi – dalla parte della maggioranza o dell’opposizione, Grasso risponde con un sorriso: “Mi verrebbe da rispondere con una battuta: sono stato due settimane in croce. Seriamente invece posso assicurare di non essere stato né con l’una né con l’altra: il presidente del Senato ha compiti ben precisi e deve essere terzo e imparziale. Credo di esserlo stato fino in fondo”. E ammette di aver faticato a non replicare agli insulti: “È stato un bel training di autocontrollo. In una maratona così ciascuno ha le sue lamentele, ma io ho cercato di tenere la barra dritta e condurre in porto la barca nonostante la tempesta”. Il tutto con un solo compito: “sono un servitore delle istituzioni che mira a far funzionare una macchina complessa”.

RAPPORTI – Pietro Grasso respinge le critiche di Renzi sugli eccessivi cedimenti all’opposizione – “Non credo, era giusto dare spazio” – e sul voto segreto che ha portato a due sconfitte per la maggioranza:
“io l’ho ammesso su temi specifici, com’è giusto”. Quindi ringrazia il lavoro fatto dai funzionari del Senato: “hanno lavorato giorno e notte sugli emendamenti e mi hanno aiutato nelle decisioni”. Da Grasso parole positive anche per quanto riguarda il rapporto con il ministro Boschi, intestataria della riforma del Senato: “rapporti istituzionali e reciprocamente collaborativi”.

pietro grasso

CORSA AL QUIRINALE – A chi gli chiede se l’atteggiamento tenuto durante l’iter del ddl Boschi può essere uno spot per una sua candidatura al Quirinale, Pietro Grasso risponde: “L’idea di un traguardo del genere non mi ha nemmeno sfiorato. In 18 mesi in Senato con le mie decisioni tra voti segreti e palesi, costituzioni in giudizio e canguri, è chiaramente emerso che non ho mai avuto presente alcun interesse di parte e tantomeno personale”.

SENATO NON ELETTIVO – Grasso, che si era speso per un Senato elettivo, non si sente sconfitto: “In una fase iniziale in cui la riforma era aperta a contributi ho espresso le mie idee. La maggioranza dell’aula ha deciso diversamente, e io rispetto questa decisione”. Grasso ammette che “il muro contro muro ha squalificato la qualità del dibattito” e riguardo ai problemi di democrazia denunciati da Zagrebelsky dichiara: “L’importante è avere un’ottica di sistema. Sarà necessaria una messa a punto alla Camera di questa riforma e al Senato della legge elettorale”. Grasso stempera anche le polemiche a proposito dell’immunità: “Recentemente, le decisioni di Senato e Camera hanno rassicurato i cittadini su un punto dirimente: l’immunità non si trasforma più come in passato in impunità”. Anche se, ammette il Presidente di Palazzo Madama, “avrei preferito demandare le decisioni a un organo terzo come la Consulta”.

ITALICUM E GIUSTIZIA – Sulla legge elettorale, Grasso condivide la necessità di modificare l’alto sbarramento, perché “non si possono tagliare fuori dal Parlamento i rappresentanti di milioni di elettori”. L’inquilino di Palazzo Madama parla anche della riforma della Giustizia, non credendo alle “dietrologie” su un eventuale patto tra Berlusconi e Renzi: “Giudicherò i fatti, valutando le proposte che verranno portate in Parlamento. Ritengo apprezzabile lo sforzo di sistematicità dei 12 punti. La priorità da vent’anni è l’accelerazione dei processi, soprattutto quelli civili, per favorire gli investimenti stranieri”. A proposito di corruzione, Grasso dichiara: “La corruzione è uno dei più gravi problemi del Paese, altera la concorrenza, impedisce lo sviluppo, scoraggia gli investimenti, s’intreccia con la mafia ed è responsabile di una deriva etica della politica. Bisogna intervenire al più presto”. Sulla possibilità che il ministro Orlando possa modificare la prescrizione, l’ex magistrato si mostra ottimista: “Ho fiducia in lui”. Nessun dubbio sulla responsabilità civile: “Il sistema va adeguato alla disciplina europea, visto che siamo in procedura d’infrazione”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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