Verso la riforma della finanza: contro il TBTF

Pubblicato il 17 Febbraio 2010 alle 22:17 Autore: Luigi Zoppoli

Il meccanismo è assai più complicato o, se si preferisce, inestricabile. Su di esso si stanno compiendo studi approfonditi che non escludono un fatto sorprendente che ha caratterizzato l’economia globale. Si tratta del fatto che il lungo periodo di danaro a basso costo farantito dalla FED dell’ante-crisi non ha generato inflazione come era tipico aspettarsi e come era accaduto ma bolle. Prima la bolla delle dot.com e poi quella immobiliare. Non è chiaro se esista una relazione e, se c’è, non è chiaro quale essa sia.

Tornando però alla crisi finanziaria, si deve menzionare un interessante Paper di Alberto Giovannini prima menzionato. Data la sua complessità (lo si può leggere qui in inglese) varrà qui la pena sottolineare una puntuale ed esplicativa considerazione che l’autore propone: i sistemi di monitoraggio e controllo delle attività finanziarie a disposizione delle autorità e dei regolatori erano strutturati in funzione del modello della banca tradizionale e quindi non in grado di far emergere né irregolarità né rischi connessi ad attività istituzionalmente esterne ai sistemi di monitoraggio.

La questione resta molto complicata e difficile da decifrare ed ancora più difficile da realizzare. Rimane a merito di Obama di aver assunto una concreta iniziativa. Quel che è indiscutibile è che bisogna assolutamente porre fine al TBTF. Il sistema finanziario non può essere dipendente da banche troppo grandi, tanto grandi che la caduta di una sola di esse, generi il ciclone spaventoso dal quale speriamo pian piano di uscire.