Parigi-Roubaix: Gilbert fa poker di monumenti

Pubblicato il 14 Aprile 2019 alle 18:10 Autore: Cesare Fabrizi

È stata una Roubaix brutta, sporca e cattiva, come da tradizione. Alla fine l’ha spuntata Philippe Gilbert. Male gli italiani.

Parigi-Roubaix 2019 favoriti, percorso e start list. I settori di pavè chiave
Parigi-Roubaix: Gilbert fa poker di monumenti

È stata una Roubaix brutta, sporca e cattiva, come da tradizione. Alla fine l’ha spuntata Philippe Gilbert, che vince così la sua prima Parigi-Roubaix, la sua quinta classica monumento, la 4° diversa su 5.

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Ciclismo, il fascino dell’inferno del Nord

Per molti appassionati di ciclismo, la Parigi-Roubaix è una corsa di una bellezza unica. Come disse Theo De Rooij, nonostante sia uno schifo per i corridori che la disputano, è allo stesso tempo la corsa più bella del mondo. Sebbbene non ci sia un solo kilometro di salita, è una corsa durissima, tanto che viene soprannominata “l’Inferno del Nord”. Emblema di questa definizione è la Foresta di Arenberg, introdotta nel 1968 dopo che l’anno precedente la corsa era terminata con una volata di gruppo, cosa inaccettabile per una corsa che fa della sua durezza il punto di maggior fascino. Lì ogni anno migliaia di tifosi aspettano trepidanti il passaggio dei corridori, in un vero e proprio stadio naturale.

A fare dura la corsa è il pavè: questi cubetti di porfido diabolici provocano centinaia di vibrazioni alle biciclette dando delle minuscole “picconate” che alla fine provocano dei danni enormi al fisico e ai muscoli dei ciclisti. Soprattutto perché il pavè oggi era presente in 54 kilometri degli oltre 250 della corsa.

Oltre a tutto ciò ci sono i paesaggi, con colori che passano dall’autunnale al primaverile, come in un quadro di Van Gogh. Suggestivo anche il contrasto tra l’antichità dei luoghi percorsi e la modernità delle pale eoliche.

Ciclismo: Gilbert tra i grandissimi

Gilbert ha trionfato in una volata a due con la rivelazione di giornata Nils Politt al Vélodrome di Roubaix. I due hanno approfittato della fuga a 6 con Lampaert, Sagan, Vanmarcke e Van Aert partita a circa 60 kilometri dal traguardo. Deludente Peter Sagan, solo 4° e che finisce la corsa staccato dai migliori.

Philippe Gilbert ora ha in bacheca, oltre al mondiale del 2012, 4 delle 5 classiche monumento. Solo altri 8 corridori nella storia ce l’hanno fatta. Una carriera formidabile quella del belga, che è uno dei corridori più completi degli ultimi 20 anni. Capace di vincere sul pavè, sulle Ardenne e anche sulle salite del Giro di Lombardia. Solo la Milano-Sanremo manca al suo palmares. A completare la festa della Quick-Step Yves Lampaert, che chiude al terzo posto. La squadra belga ha trionfato anche nella Milano-Sanremo con Alaphilippe, e nell’altra monumento svoltasi, il Giro delle Fiandre, hanno piazzato al secondo posto il giovane Asgreen.

La Parigi-Roubaix degli italiani

Male l’Italia. Se la settimana scorsa ci eravamo emozionati con l’impresa di Alberto Bettiol, quest’oggi gli azzurri hanno deluso. L’unico che ha mostrato un po’ di verve è stato Davide Ballerini dell’Astana, mentre sono mancate le nostre due punte di diamante, Moscon, che è rimasto coinvolto in una caduta a metà gara, e Trentin, che non è riuscito a seguire l’azione decisiva.

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