Dal blog: i grandi problemi che esistono solo nella testa degli intellettuali

Pubblicato il 1 Maggio 2019 alle 19:39 Autore: Nicolò Zuliani
Dal blog i grandi problemi che esistono solo nella testa degli intellettuali
Dal blog: i grandi problemi che esistono solo nella testa degli intellettuali
La presentazione di un libro pieno di accuse morali e considerazioni personali
che venderà meno del mio album hip hop nel 1998.

A leggere gli editoriali, pare gli unici problemi del nostro paese siano il F.O.R.S.E. (Fascismo, Omofobia, Razzismo, Sessismo, Estremismo). È davvero così? Perché a me vengono in mente posti di lavoro, potere d’acquisto crollato, periferie ridotte a zone di guerra, ascensore sociale bloccato, l’Isola dei famosi, scuole che cadono a pezzi, burocrazia che rende impossibile aprire un’azienda, partite IVA massacrate, pensioni, schiavismo, università distaccate dal mondo del lavoro, aumento verticale dell’uso di psicofarmaci.

Perché continuamo a parlare di cose accadute oltre settant’anni fa?

Questa monomania è ovunque. Buona parte dei documentari storici sono sulla seconda guerra mondiale. Il dopoguerra è già scarno, gli anni di piombo sono un buco nero e gli editoriali dei pensatori italiani sembrano capaci di parlare solo di fascismo, nazismo e l’immancabile regime strisciante. Dev’essere lo stesso che con Berlusconi ha strisciato per vent’anni e poi non s’è mai palesato. Ma dov’è, ‘sto fascismo? Casapound ha preso lo 0,9% e Forza Nuova lo 0,37%; meno voti del Partito Popolare Sudtirolese.

Eppure io non vedo titoli “emergenza separatisti”.

Gli sbarchi di immigrati sono calati in maniera drastica. Nel 2013 erano 534mila, nel 2016 erano 20,857. Eppure la nostra percezione dell’immigrazione è così scollata dalla realtà da essere ridicola: siamo certi di essere invasi dal feroce saladino. La gente è convinta gli immigrati siano prevalentemente maschi, musulmani e africani, mentre in realtà dall’Africa arriva il 21,3%, i musulmani sono il 32,7% e in totale le donne immigrate in Italia sono il 52%.

Ci arrabbiamo perché la cronaca nera viene strumentalizzata; ogni stupro, ogni omicidio, ogni aggressione diventano un pretesto per giocare a fascisti e partigiani. Ho la sensazione questo giochino che una e l’altra parte a turno odiano, in realtà, faccia comodo a tutti. Distoglie l’attenzione dall’unico, vero, problema che abbiamo: ed è che nessuno ci capisce più niente. Nè i giornalisti, né i politici, né gli elettori, né gli immigrati.

Dividere il mondo tra fascisti e antifascisti è una bugia rassicurante per non ammettere che il mondo ha cominciato a correre troppo in fretta, è troppo interconnesso, troppo complicato perché si possa spiegare o discutere. Non facciamo in tempo a capire se in Siria c’è ancora la guerra che salta fuori la Libia. Non sappiamo che fine hanno fatto i talebani e salta fuori l’ISIS. Abbiamo perso il conto delle volte in cui hanno ucciso il mullah Omar, xazzo, sembra Kenny. I nostri genitori compravano casa con stipendi da operai e noi viviamo in stanze in affitto con stipendi indegni.

Farnetichiamo di nuovi fascismi mentre facciamo i fattorini 2 euro a consegna. Davvero vogliamo parlare di fascisti e immigrati? Oppure ne siamo obbligati?

È solo una domanda, eh.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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