Matrimonio finto in tv: quando vale e cosa significa fake wedding

Pubblicato il 13 Giugno 2019 alle 13:46 Autore: Claudio Garau

Che cos’è un matrimonio finto o fake wedding e cosa succede quanto viene celebrato in televisione: può essere considerato legalmente valido?

Matrimonio finto in tv: quando vale e cosa significa fake wedding
Matrimonio finto in tv: quando vale e cosa significa fake wedding

Oggigiorno l’eventualità di un matrimonio finto, o fake wedding, anche in TV, non è affatto rara. Vediamo di seguito cos’è un matrimonio di questo tipo e se può avere validità a livello giuridico.

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Matrimonio finto o fake wedding: di che si tratta?

Semplicemente, un matrimonio finto non è altro che un rito puramente simbolico e riguarda coppie che non possono o non vogliono sposarsi. E ciò per le ragioni più diverse. Ad esempio, perché sono persone già sposate (con un rito valido a tutti gli effetti, ma che non hanno ancora concluso le procedure di divorzio) o minorenni, oppure perché in gioco c’è un’operazione commerciale studiata a tavolino. E il contesto televisivo certamente richiama quest’ultima ipotesi.

Che cosa dice la giurisprudenza sulla validità di questa celebrazione?

A questo punto è lecito domandarsi se, in talune circostanze, la legge e la giurisprudenza hanno, in qualche modo, riconosciuto validità legale ad un matrimonio finto. La risposta da darsi è positiva. In una sentenza del 2019, emessa dal Tribunale di Pavia, un matrimonio finto è stato considerato valido e quindi produttivo di effetti legali, nel caso in cui le parti abbiano accettato tutte le condizioni o clausole previste dalla rete televisiva, che ha messo in onda il programma contenente, appunto, la finta celebrazione. In sostanza, il giudice ha sostenuto la tesi per la quale, le parti, avendo stipulato il contratto con la produzione televisiva, hanno volontariamente accettato le condizioni, ne erano cioè ben consapevoli e hanno espresso parere favorevole. È matrimonio valido agli effetti di legge, in quanto la volontà è stata manifestata senza alcuna violenza o pressione psicologica.

La decisione prende le mosse da una vicenda avente ad oggetto un matrimonio finto celebrato in tv, per ragioni commerciali, con sposi che, secondo l’accordo contrattuale con la tv, avrebbero poi potuto chiedere la separazione entro sei mesi dalla celebrazione. Separazione di fatto resa impossibile, per la scoperta di un vizio formale che impediva la separazione stessa.

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In conclusione, il Tribunale di Pavia ha sottolineato che: “Ciò che le parti hanno voluto è stato esattamente contrarre il vincolo (e quindi partecipare al programma), certamente rassicurate dalla prospettata possibilità di procedere, gratuitamente e senza particolari difficoltà, all’eventuale successivo scioglimento del matrimonio“. È lampante che le parti, sottoscrivendo liberamente un contratto nel settore televisivo e accettandone tutte le relative clausole, hanno manifestato volontà di contrarre un matrimonio, seppur formalmente finto, in grado di esser considerato valido, in sostanza. I giudici, infatti, fanno ancora notare l’accettazione, da parte dei contraenti, di un matrimonio “pienamente valido a tutti gli effetti” e che “dal suddetto matrimonio conseguono tutti i diritti e gli obblighi di cui agli artt. 143, 147, 148 c.c.“.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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