Furto telefono smarrito è reato, la sentenza della Cassazione

Pubblicato il 11 Luglio 2019 alle 13:45 Autore: Claudio Garau

Furto telefono smarrito: secondo la Cassazione sussiste reato laddove un soggetto si impossessa di un telefono cellulare smarrito. Ecco perchè

Furto telefono smarrito è reato, la sentenza della Cassazione
Furto telefono smarrito è reato, la sentenza della Cassazione

A molti sarà capitato di imbattersi in un telefono cellulare smarrito da qualcuno, magari trovato per terra o appoggiato su qualche panchina di un parco. Ebbene, secondo la Corte di Cassazione, recentemente pronunciatasi sull’argomento, appropriarsi di un telefono cellulare altrui, anche smarrito, può integrare i reati di furto o ricettazione. Vediamo perché.

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Furto telefono smarrito: che cosa ha affermato la Corte di Cassazione?

In sostanza, la Corte di Cassazione ha affermato la tesi per la quale un telefono smarrito è comunque un oggetto che conserva chiari ed evidenti segni dell’altrui legittimo possessore. Pertanto colui che, pur avendolo trovato per terra o in qualsiasi luogo, indebitamente se ne impossessa, integra gli estremi del reato di furto. La Suprema Corte ha anche rilevato gli estremi di un differente reato, quello di ricettazione, laddove il soggetto che viene individuato con il telefono cellulare di un’altra persona, non è in grado di spiegarne la provenienza, in pratica il come ne abbia ottenuto il possesso.

D’altra parte, si tratta di conclusioni pienamente condivisibili, dato che un qualsiasi telefono cellulare ha, sempre e comunque, evidenti ed inconfondibili segni dell’altrui legittimo possessore. Ciò attraverso il codice numerico IMEI (acronimo di International Mobile Equipment Identity), una sorta di targa di riconoscimento di ogni apparecchio, che è identificato in modo univoco.

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La sentenza di riferimento

La sentenza cui si fa riferimento, è piuttosto recente, trattandosi della n. 29627/2019. Tale provvedimento ha annullato la sentenza impugnata, la quale aveva, invece, assolto l’imputato per il reato di cui all’art. 647 c.p. (“Appropriazione di cose smarrite, del tesoro o di cose avute per errore o caso fortuito”), oggi peraltro depenalizzato dal d.lgs. n. 7 del 2016. Insomma la Corte di Cassazione ha ragionato sulla base di parametri differenti ed oggettivi, che fanno stretto riferimento al codice identificativo IMEI e che, quindi, non lasciano dubbi rispetto alla commissione di un reato di furto (o di ricettazione), laddove il soggetto che ritrova un cellulare smarrito, se ne impossessa indebitamente, senza quindi riconsegnarlo con rapidità all’effettivo proprietario.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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