Rimborso Cashback: carta di debito, credito o bancomat. Quanto conviene

Pubblicato il 11 Ottobre 2019 alle 14:25 Autore: Guglielmo Sano

Rimborso Cashback: la possibilità di introdurlo è allo studio del governo nel quadro di un’incentivazione della moneta elettronica in chiave anti-evasione

portafoglio in tasca
Rimborso Cashback: carta di debito, credito o bancomat. Quanto conviene

Allo studio del governo, nel quadro di un’incentivazione della moneta elettronica in chiave anti-evasione, la possibilità di introdurre il cashback, cioè il rimborso di una parte del pagamento per chi paga con carta di credito o bancomat.

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Rimborso Cashback: esordio con Legge di Bilancio?

Il meccanismo del cashback è semplice, come dice la parola stessa: per ogni acquisto effettuato con moneta elettronica, cioè con carta di credito o di debito, è previsto un parziale rimborso della somma spesa; solitamente la restituzione avviene con cadenza mensile. L’ipotesi di introdurre il cashback è stata ventilata nella nota di aggiornamento al Def, dunque, è lecito pensare che il meccanismo farà il suo esordio con la prossima Legge di Bilancio.

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Penalizzato chi usa contanti oppure no?

Al momento perde sempre più quota la possibilità di prevedere, contestualmente agli incentivi per chi paga in modo tracciabile, delle penalizzazioni per chi paga in contanti. In teoria, però, fino a qualche giorno fa, si pensava di far pagare un’Iva più alta – al 12% – in caso di pagamento in contanti, invece, in caso di pagamento elettronico, pur pagando comunque un’Iva al 12%, ci si sarebbe visti restituire a fine mese sull’estratto conto il 3% di quanto speso (il risultato è che alla fine si sarebbe pagata una percentuale inferiore di Iva).

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Passo fondamentale la riduzione delle commissioni

Perché il cashback funzioni come incentivo all’uso della moneta elettronica bisognerà rendere sempre più conveniente per negozianti, esercenti e professionisti dotarsi di Pos. Perché ciò accada sarà necessario abbassare i costi delle commissioni sotto i 25 euro, ricordano le associazioni di categoria, e soprattutto eliminare quelle previste sotto i 5 euro.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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