Pignoramento nullatenente: come funziona e quali beni si possono togliere

Pubblicato il 7 Novembre 2019 alle 20:00 Autore: Claudio Garau

Pignoramento nullatenente: com’è possibile pignorare beni ad un soggetto (all’apparenza) nullatenente e cosa in concreto può essere pignorato?

Pignoramento nullatenente: come funziona e quali beni si possono togliere
Pignoramento nullatenente: come funziona e quali beni si possono togliere

Sappiamo dei rilevanti effetti che produce un pignoramento, nei confronti del patrimonio del debitore. Di seguito vediamo il particolare caso del pignoramento nullatenente, ovvero come di fatto funziona e quali beni del soggetto insolvente possono essere aggrediti. Si tratta infatti di un’eventualità nella prassi non rara e che merita considerazione.

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Pignoramento nullatenente: il contesto di riferimento

Nel diritto civile, è pignoramento l’atto con il quale incomincia l’iter dell’espropriazione forzata. In pratica, è l’ingiunzione che l’ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualsiasi atto mirato a sottrarre alla garanzia del credito i beni a esso assoggettati e i frutti di essi, con il contestuale avviso che ogni iniziativa contrastante con l’atto di pignoramento, sarà invalida. Il caso che qui affrontiamo – come accennato – non è inusuale e riguarda tutti quei soggetti che non hanno beni intestati e quindi aggredibili dai creditori con il pignoramento.

Tuttavia c’è nullatenente e nullatenente. Infatti la legge non distingue, in verità, tra persone senza fissa dimora, ovvero coloro che vivono per strada e di sola elemosina – gli effettivi nullatenenti – da coloro che invece, proprio per sottrarsi alle conseguenze del pignoramento, fingono la condizione in oggetto. Ad esempio, avvalendosi di prestanome o di persone compiacenti, cui intestare i propri beni, di fatto nascondendoli ai creditori. Il contesto normativo attuale consente dei mezzi per effettuare o tentare un pignoramento nullatenente, sebbene occorre premettere che si tratta di “strategie” non sempre efficaci e che si legano ad azioni in tribunale solitamente dispendiose, in termini di tempo e denaro, e di esito incerto. Vediamo di seguito, comunque, come può un creditore attivare un pignoramento nullatenente.

Come comportarsi e quali beni aggredire

Come anticipato, la legge consente tuttavia alcune astuzie per riuscire a dar luogo anche al pignoramento nullatenente. Nel caso in cui il debitore viva – come spesso succede – in una casa di proprietà, è auspicabile che il creditore o i creditori verifichino che il debitore l’abbia intestata ad un altro soggetto, come un figlio o la moglie. In questi casi, il creditore potrà dar luogo al pignoramento nullatenente attraverso la revoca delle donazioni compiute negli ultimi 5 anni, ed anche delle vendite, sebbene dovrà dar prova della legittimità della sua pretesa. Infatti, il creditore dovrà dimostrare che il soggetto insolvente non ha altri beni da poter pignorare e, nell’ipotesi di vendita, che il compratore era a conoscenza della situazione di debito del venditore. Sarà opportuno recarsi presso l’Ufficio registri immobiliari, una struttura dell’Agenzia delle Entrate, e lì chiedere un certificato storico immobiliare: con tale operazione, sarà possibile controllare quali trasferimenti di proprietà ha compiuto il nullatenente negli ultimi 5 anni.

I creditori faranno bene a verificare, inoltre, se il debitore è sposato in regime di comunione dei beni. In questi casi, infatti, i debiti sono trasferiti per metà al coniuge e, pertanto, nei confronti di quest’ultimo è possibile avviare il pignoramento nullatenente.

Se dovesse emergere che il soggetto insolvente è senza case di proprietà, ovvero che è affittuario, il creditore o i creditori ben potranno agire con un pignoramento nullatenente di tipo mobiliare, limitatamente agli arredi e agli oggetti presenti nell’abitazione, che sono da presumere di proprietà del debitore, salvo prova scritta contraria.

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Anche nei confronti dell’eredità, si può parlare di pignoramento nullatenente. Infatti, la legge consente ai creditori di poter pignorare la quota in eredità che i familiari del debitore dovessero lasciargli; dovranno però ricordarsi di spedire almeno una diffida di pagamento ogni cinque anni, al fine di non far interrompere la prescrizione. Sempre in ambito successioni, la legge ammette che i creditori si rivalgano, ovvero facciano valere i legittimi diritti di credito verso i beni degli eredi e non più verso il debitore, nel caso sia ormai deceduto. Tuttavia, è necessario che gli eredi abbiano accettato l’eredità.

In conclusione, un pignoramento nullatenente può rivelarsi fruttuoso anche in un altro caso. Ci riferiamo al fenomeno per il quale i debitori nascondono il loro denaro in carte prepagate prive di Iban, o in conti correnti di istituti di credito stranieri come PayPal. Gli interessati potranno domandare al tribunale di avere autorizzazione alla consultazione dell’anagrafe dei conti correnti, in modo da verificare se ci sono soldi depositati all’estero o comunque nascosti.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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