Le Primarie del PD e il “bendaggio statistico”

Pubblicato il 25 Agosto 2009 alle 08:50 Autore: Fabio Chiusi

Siamo ben lontani, dunque, da un effettivo esercizio di democrazia. Se, infatti, è vero che le Primarie del 25 ottobre saranno le prime senza un candidato già “virtualmente” scelto (nel 2005 Prodi il 74,1% dei voti espressi, mentre nel 2007 Veltroni intercettò il 75, 8% delle preferenze), è altrettanto vero che in democrazia i candidati vengono valutati e scelti in base alle proprie differenze programmatiche. Differenze che diventano ancora più importanti in una situazione, come mostrano i dati, di assoluta incertezza.

Tuttavia, questo non sta accadendo per quanto riguarda le Primarie del PD.

Se da un lato è fisiologico che i programmi costituiscano un insieme di enunciazioni di principio piuttosto generali, dall’altro tale generalità non può e non deve andare a discapito della comprensione dell’originalità del candidato rispetto agli avversari. Frasi come: “Restituire dignità e valore al lavoro, valorizzando meriti e talenti e realizzando politiche di piena e buona occupazione, che superino le differenze tra nord e sud e di genere” (mozione Marini), “Abbiamo bisogno di riforme che correggano le gravi  distorsioni nella distribuzione del reddito e del mercato del lavoro” (mozione Franceschini) oppure “Ma la vera novità deve essere un Piano Europeo per il lavoro, per rilanciare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile” (mozione Bersani) non solo sono talmente generiche da risultare vuote, ma soprattutto non consentono all’elettore una  scelta tra i candidati che sia fondata su differenze programmatiche.

Alla luce di tutto questo, perché non dotare il sito del PD di una pagina che metta a confronto le concrete proposte dei tre candidati in maniera sintetica ed efficace (e quando dietro alle parole ci sono le idee ciò è sempre possibile), che ne evidenzi le differenze e che, in tale modo, aiuti ad orientare l’elettore nella scelta del suo candidato? Ho avanzato questa elementare proposta quasi un mese fa su ilNichilista , ma senza esito.

Sorge dunque il sospetto che la Dirigenza del PD preferisca utilizzare la statistica come una benda con cui coprire gli occhi all’elettorato e all’opinione pubblica, così da sviarla dai reali problemi che affliggono l’idea stessa di “Partito Democratico”.

Se, invece di commissionare sondaggi, Franceschini e Bersani si concentrassero sulle specificità delle proprie mozioni, infatti, sarebbero costretti a vedere (e a far vedere) non soltanto i numeri, ma anche le ragioni della delusione che li circonda.

Meglio il bendaggio statistico.

di FABIO CHIUSI

Note:

http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/asp/visualizza_sondaggio.asp?idsondaggio=3527

http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/23/Sondaggio_del_leader_fiducia_dal_co_8_090823011.shtml

http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/asp/visualizza_sondaggio.asp?idsondaggio=3530

http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/asp/visualizza_sondaggio.asp?idsondaggio=3506

http://dsonline.ecostampa.net/utility/imgrsnew.asp?numart=N63BY&annart=2009&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1PSOO6AOFRWI&typedb=7&video=0

http://www.termometropolitico.it/index.php/Sondaggi/classifica-di-precisione-degli-istituti-di-sondaggio-elezioni-europee-2009.html

http://ilnichilista.wordpress.com/2009/08/01/due-proposte-per-rendere-ancora-piu-democratiche-le-primarie-del-pd/

 

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