Gian Maria Volonté, 25° anniversario della scomparsa. Carriera dell’attore

Pubblicato il 6 Dicembre 2019 alle 19:10 Autore: Giampaolo Roccaforte

Gian Maria Volonté, nato a Milano il 9 aprile 1933, è stato uno degli attori più amati e apprezzati dalla critica cinematografica. La carriera dell’attore

Gian Maria Volonté, 25° anniversario della scomparsa. Carriera dell'attore
Gian Maria Volonté, 25° anniversario della scomparsa. Carriera dell’attore

Gian Maria Volonté, nato a Milano il 9 aprile 1933, è stato uno degli attori più amati e apprezzati dalla critica cinematografica. Un decano della recitazione, dotato di un incredibile carisma e di una magnetica presenza scenica. Volonté ha raccolto lodi non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Registi del calibro di Orson Wells (Quarto Potere) e Ingmar Bergman (Il Settimo Sigillo; Sussurri e Grida) lo hanno spesso elogiato elevandolo a “uno dei più grandi attori del cinema mondiale”. Scopriamo insieme la carriera di un pilastro della recitazione che ha portato l’arte filmica italiana a un livello di assoluta eccellenza.

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Gian Maria Volonté: la carriera dell’attore

L’esordio nel mondo della recitazione per Gian Maria Volonté arriva nel 1951, a diciassette anni, quando calca i palchi dei teatri di Torino. Tre anni più tardi l’attore decide di fare il salto di qualità frequentando a Roma l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Qui finirà sotto l’ala di Orazio Costa che svezzerà l’attore, vedendo in lui quel talento che lo porterà ai massimi livelli del panorama artistico italiano e mondiale.

Nel 1960 ha il suo debutto al cinema interpretando Samuel Braunstein nella pellicola “Sotto Dieci Bandiere”, diretta da Duilio Coletti. Due anni dopo arriva il suo primo ruolo da protagonista nel film Un uomo da bruciare (di Valentino Orsini), in cui veste i panni di Salvatore, un individuo in continua lotta sociale che tenta di far valere i diritti dei lavoratori scontrandosi a viso aperto con la mafia.

Nel 1964 ottiene il ruolo di antagonista in “Per Un Pugno di Dollari”, considerato un caposaldo del genere spaghetti-western. La pellicola fu diretta da Sergio Leone e la magistrale interpretazione di Gian Maria Volonté nel ruolo del sanguinante criminale Ramón Rojo valse all’attore la candidatura ai Nastri d’Argento come migliore attore non protagonista.

Volonté raggiunge ufficialmente la notorietà nel 1970, anno in cui sfonda con la celebre pellicola “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (regia di Elio Pietri), dove interpreta “Il Dottore”, un irremovibile dirigente di polizia, consapevole di aver commesso un delitto che richiede un’inevitabile punizione e deciso a sfidare l’ordine giuridico seminando prove della sua colpevolezza. Impossibile non ricordare la celebre scena dell’interrogatorio che mostra il protagonista in preda a un vero e proprio delirio di onnipotenza. Film che consacra Volonté come un grande della recitazione; un’interpretazione che gli vale un David di Donatello, un Nastro d’argento e un Globo d’Oro come miglior attore protagonista.

Gli anni ’80 continuano a confermare le abilità attoriali di Volonté, il quale non smette di collezionare premi dalla critica: Orso d’Argento, Globo d’Oro e nomination al David di Donatello per aver vestito i panni di Aldo Moro nella pellicola Il Caso Moro, diretta da Giuseppe Ferrara.

Nel 1991 ottiene il Leone d’Oro come premio alla carriera alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Gian Maria Volonté, durante le riprese de Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, perde la vita stroncato da un infarto. La pellicola sarà poi dedicata alla sua memoria.

Ancora oggi il ricordo dell’attore persiste e sono diverse le strutture a lui dedicate: a Roma, nel 2011, nasce la Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volonté; a Velletri, a partire dal 2012, il teatro comunale è stato ribattezzato a suo nome; a Torino, nel 2016, è stata dedicata all’attore una piazza tra Via Osasco e Via Spalato.

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L'autore: Giampaolo Roccaforte

Assiduo divoratore di film e serie tv, fervido bevitore di libri e letteratura. Scrivo per vivere e vivo per scrivere.
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