Sekiro: Shadows Die Twice è il GOTY dei Game Award, trama e gamplay

Pubblicato il 17 Dicembre 2019 alle 16:55 Autore: Marco Martana

Sekiro: Shadows Die Twice è stato creato dal famoso team FromSoftware (sviluppatori di noti videogiochi come Bloodborne, Demon’s Souls o la serie dei Dark

Sekiro Shadows Die Twice è il GOTY dei Game Award, trama e gamplay
Sekiro: Shadows Die Twice è il GOTY dei Game Award, trama e gamplay

Sekiro: SDT, contendendosi il titolo tra Super Smash Bros. Ultimate, Control, Resident Evil 2 Remake, The Outer Worlds e Death Stranding, alla fine ha portato a casa il premio GOTY dei Game Award 2019; andiamo a descrivere la trama ed il gameplay del vincitore di quest’anno.

Il Lupo ed il fanciullo

Sekiro: Shadows Die Twice è stato creato dal famoso team FromSoftware (sviluppatori di noti videogiochi come Bloodborne, Demon’s Souls o la serie dei Dark Souls) affiancati dal director Hidetaka Miyazaki. Il gioco è ambientato in Giappone, verso la fine del periodo Sengoku, dove (nel filmato introduttivo) sta avvenendo una guerra per la conquista di un territorio giapponese; Isshin Ashina, del clan Ashina, dopo un’estenuante battaglia ne rivendica il possesso. Tra i vari cadaveri e macerie del campo di battaglia, un orfano viene ritrovato dallo shinobi Gufo (che senza aver paura di quest’ultimo) il quale desta interesse nel ninja decidendo di adottare il bambino per fargli seguire la sua stessa via. Ed è proprio qui che parte la nostra avventura: passati anni, cresciuto e divenuto uno shinobi, il nostro protagonista (chiamato da tutti Lupo) viene messo a protezione di Kuro, l’erede divino del sangue di drago, anche a costo della sua stessa vita. Il nome Sekiro (dal giapponese lupo con un solo braccio) assumerà un ruolo importante con l’avanzare dell’avventura.

Final Fantasy VII Remake, esclusiva temporale Sony, quando esce

Il gameplay di Sekiro: Shadow Die Twice

Sekiro: Shadows Die Twice è un gioco single player, un misto tra action-adventure e souls-like in terza persona ma senza le meccaniche RPG di quest’ultimo; infatti il gioco, a parte mantenere la difficoltà dei souls, si avvicina più all’azione, presentando anche basilari elementi stealth ma funzionali (consentendo di uccidere il nemico all’instante). Oltre alla katana (arma principale) si avranno a disposizioni vari strumenti, sia per combattere sia per esplorare, come, per esempio, il rampino (che permetterà al giocatore di muoversi agilmente nell’ambientazione) e la possibilità di tornare in vita dopo essere stati uccisi, evitando di ripartire dai checkpoint prefissati (come accadeva con i falò della serie Souls). Il gioco, come accennato prima, non ha dei veri e propri livelli per il personaggio: l’attacco potrà essere potenziato sconfiggendo boss mentre la vita e la postura (o equilibrio) sconfiggendo mini-boss; infatti il fulcro del titolo conta tutto sull’abilità stessa del giocatore e. in parte, sugli equipaggiamenti che troverete nell’avventura (questi potenziabili). Non è un titolo così semplice da padroneggiare: si dovrà imparare a capire quando attaccare il nemico, deflettere i suoi colpi o schivarli (sia per nemici normali che per i boss).

Sekiro: Shadows Die Twice ha una durata di circa 30 ore per gli esperti del genere souls-like, mentre le ore di gioco per chi non ne è avvezzo saranno aumentate di quasi il doppio; oltre a ciò il titolo presenta quattro finali, attivabili in base ad alcuni eventi che andrete ad incorrere nel videogioco.

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it

Per commentare su questo argomento clicca qui!