TP intervista Luigi De Magistris

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 alle 12:00 Autore: Gianluca Borrelli
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Anche l’Idv è in una fase “evolutiva” molto importante, e tra non molto si celebrerà un congresso. Non pensa che sia necessario un congresso “vero”, magari preceduto da delle primarie, e con più di due candidati (visto che attualmente contro Di Pietro si è candidato il solo Barbato, ed è quasi scontata la vittoria dell’attuale presidente di IdV)?

Io credo che Italia dei valori si trovi effettivamente in un momento molto delicato, perché con le elezioni europee ha avuto un balzo in avanti enorme; Idv cresceva da tempo però è indubbiamente con le europee che raddoppia i voti, che sono soprattutto voti di opinione, cioè non sono voti strutturati o voti di partito. Sono voti soprattutto di opinione per la scelta coraggiosa, direi unica nel panorama politico, di Antonio Di Pietro di voler aprire moltissimo alla società civile, addirittura credo in una percentuale del 90%, cioè introducendo persone che avessero dimostrato, nella loro storia di vita, da che parte stavano, anche provenienti da impostazioni culturali e sensibilità politiche diverse. A me questo è piaciuto molto perché mi ricorda la Costituzione repubblicana, visto che ritengo che il periodo che stiamo vivendo sia il peggiore a partire dal 1948. La Costituzione repubblicana fu messa in piedi e fu realizzata da forze e personalità che venivano da realtà diverse e che però avevano a cuore la democrazia e lo stato di diritto. Adesso l’Idv si trova a dover trasformare il voto di opinione in classe dirigente, cioè deve formare una classe dirigente che rappresenti l’8%, laddove aveva una classe dirigente del 3-4%. Tra l’altro c’è anche da dire che la stessa Idv ha subito una trasformazione: nasce come una componente politica di estrazione moderata e invece ultimamente ha un’apertura molto maggiore proprio perché credo che abbia l’ambizione – soprattutto se continuiamo così con i nostri principali interlocutori del centrosinistra, in particolare col PD – di crescere ed allargarsi sempre di più, e per essere forte deve avere una classe dirigente altrettanto adeguata. Quindi è chiaro che bisogna far sì che ci siano quante più persone è possibile che si candidano ad essere classe dirigente del partito. Poi c’è il congresso, e nel congresso chiunque si vorrà candidare potrà farlo

Quindi il congresso è più aperto di come viene percepito?

È aperto, io personalmente non mi candido perché non intendo ricoprire ruoli di partito, ho un ruolo istituzionale in questo momento molto importante, che sto facendo con grande entusiasmo; e cercherò di dare un grande contributo alla crescita di Idv, ovviamente nella direzione che stavo dicendo adesso, cioè di forte rottura col sistema castale, niente a che vedere col consociativismo di potere e assolutamente indefettibili per quanto riguarda l’alternativa culturale e morale a questo sistema. Anche perché credo che Di Pietro possa rappresentare in questo momento in modo perfettamente ottimale questo percorso di crescita di Idv. Certo però, come dicevo prima, c’è bisogno di immissione di molta gente nuova, che non si metta una zavorra a questo progetto, dall’esterno come dall’interno.

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L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
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