Incidente stradale: quando non denunciarlo e perché conviene evitare

Pubblicato il 28 Gennaio 2020 alle 16:45 Autore: Claudio Garau

Incidente stradale e denuncia all’assicurazione: va sempre fatta o no? quando è opportuno avvertire la compagnia e quali fattori tenere in considerazione

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Incidente stradale: quando non denunciarlo e perché conviene evitare

Talvolta, a seguito di un incidente stradale, le conseguenze sono fortunatamente lievi: nessun danno fisico e soltanto qualche ammaccatura alla propria automobile e a quella dell’altro conducente. Ecco allora che emerge l’idea di non denunciare il sinistro in cui si è incappati, per non tirare in ballo l’assicurazione e rischiare concretamente di vede salire la propria polizza di alcune classi di merito, con la conseguenza che, l’anno successivo, sarà obbligatorio pagare un premio più alto alla società assicurativa presso la quale è stato stipulato il contratto di polizza. Vediamo allora se, in alcune circostanze, è davvero preferibile non denunciare l’incidente stradale e risolvere bonariamente con l’altro automobilista.

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Incidente stradale: l’assicurazione va sempre avvertita?

Sgomberiamo il campo dai dubbi: non sempre va comunicato, alla propria assicurazione, il fatto dell’incidente (per l’art. 1913 c.c. il guidatore assicurato deve dare comunque avviso del sinistro all’assicuratore o all’agente entro 3 giorni dal sinistro o da quando ne ha avuto conoscenza): la ragione si rintraccia in un’applicazione pratica del principio di autonomia dei rapporti tra privati, per cui se le parti coinvolte, a vario titolo, nell’incidente stradale, riescono ad individuare un accordo o soluzione bonaria, il risarcimento potrà essere stabilito esclusivamente tramite il loro patto.

Piuttosto, la legge impone, com’è ben noto ad automobilisti e non, l’obbligo inderogabile di stipula di una polizza assicurativa ad hoc per la circolazione auto. Ma non solo: il responsabile dell’incidente stradale non deve mai darsi alla fuga, subito dopo l’urto, perché magari spaventato o preoccupato per le possibili conseguenze anche economiche. Anzi, deve fermarsi per constatare quanto successo e fornire i dati di patente e società assicurativa: in caso di rifiuto scatterebbe o una pena pecuniaria laddove dall’incidente siano stati causati danni soltanto ai mezzi, o una sanzione penale, laddove il sinistro abbia anche provocato danni fisici alle persone coinvolte. Pertanto, la scelta dell’avvertire o meno la società assicurativa dipende, in definitiva, dalla volontà dell’automobilista e dall’entità dell’incidente stesso.

La denuncia all’assicurazione conviene?

È chiaro che l’assicurazione risarcisce i danni e quindi tutela soltanto l’automobilista di cui è accertata la mancanza di colpa: egli infatti potrà ricevere un risarcimento su due fronti: somma destinata alla riparazione e al ripristino della propria auto nelle condizioni precedenti all’incidente e somma mirata a coprire i possibili danni fisici causati.

Come accennato, l’assicurazione però non sborsa sempre di tasca propria: ecco allora spiegato perché gli automobilisti coinvolti nell’incidente stradale, molto spesso, non trovano un accordo bonario ed anzi si accusano reciprocamente in quanto alla responsabilità di aver causato il sinistro. In altre parole, chi è riconosciuto colpevole e responsabile, paga sempre di tasca propria, al posto dell’assicurazione.

In verità non è finita qui: i contratti di polizza Rc auto prevedono la prassi dell’aumento di due classi di merito per ciascun incidente stradale di cui l’assicurazione sia venuta a conoscenza e per il quale dia una responsabilità al guidatore pari almeno al 51%. Risultato: l’anno successivo il responsabile dovrà pagare all’assicurazione un premio più alto in denaro. Allora si potrebbe pensare che le parti si accordino, con la constatazione amichevole (il modello CID) per un concorso di colpa paritario al 50% ciascuna, per evitare l’aumento di classe di merito: ebbene, la scelta non è sempre delle più azzeccate dato che, da un lato, entrambi gli automobilisti riceverebbero comunque soltanto metà del risarcimento e, dall’altro, l’assicurazione non è comunque mai obbligata a tener conto della constatazione amichevole, ben potendo addivenire a conclusioni differenti circa la dinamica dell’incidente stradale, in modo anche da evitare eventuali truffe ai danni dell’assicurazione).

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Quali fattori tenere in considerazioni?

In base a quanto detto finora, se appare chiaro che se la valutazione di coinvolgere o meno l’assicurazione è discrezionale ed attiene agli automobilisti coinvolti nell’incidente, è altrettanto chiaro che – per evitare di tirare in ballo l’assicurazione del responsabile – la strada è quella della soluzione bonaria con rimborso personale da parte del guidatore responsabile: una volta che il danneggiato abbia ottenuto il risarcimento pieno dei danni patiti, non potrà infatti obbligare il responsabile a contattare l’assicurazione e a rischiare concretamente l’aumento di due classi di merito. Ed è chiaro che quanto più sarà modesta l’entità del danno e quindi dell’indennizzo, tanto più sarà agevole trovare un compromesso tra le parti: tipici i casi di danni ai soli veicoli e non alle persone, con qualche ammaccatura qua e là e nessun danno ingente al mezzo.

Pertanto i fattori, di cui tenere in considerazione, per capire se è opportuno o meno fare denuncia sono, in definitiva: il costo della riparazione del meccanico, il costo dell’aumento del premio in ipotesi di denuncia all’assicurazione e la mole dei danni provocati dall’incidente. Tra l’altro va considerato che, per ritornare alla precedente classe di merito, sono necessari come minimo due anni di assenza incidenti, dato che la classe di merito scende di un livello all’anno, in mancanza di sinistri.

Concludendo, è chiaro che ogni incidente fa storia a sè e che dalle singole circostanze concrete e dalle valutazioni discrezionali dei conducenti, emergerà o meno l’opportunità di avvertire la propria assicurazione.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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