Coronavirus Italia: ecco tutte le bufale diffuse online e perché sono false

Pubblicato il 31 Gennaio 2020 alle 15:04 Autore: Daniele Sforza

Sono circolate diverse fake news negli ultimi giorni a proposito del Coronavirus in Italia: ecco tutte le bufale che potreste sentire a cui non credere.

Coronavirus Italia tutte le bufale
Coronavirus Italia: ecco tutte le bufale diffuse online e perché sono false

Come ogni evento che suscita clamore, anche attorno al Coronavirus non potevano mancare le bufale e le fake news. Che siano scherzi idioti o news a caccia di click compulsivi – ma questo lo fanno anche i media tradizionali creando emergenze laddove non ce ne sono – bisogna essere bravi – o almeno avere la pazienza – di discernere il falso dal vero e capire cosa è una notizia e cosa è una bufala. Negli ultimi giorni se ne sono sentite tante, ma lacune notizie circolate sono decisamente false. Andiamo a vedere quali.

Coronavirus: l’ospedale costruito in 16 ore

I social network sono spesso usati come cloaca per sparare le peggiori sciocchezze: ce ne sono alcune di cattivo gusto, altre inverosimili. Una cosa che va molto di moda sui social è il confronto: c’è un terremoto in Italia e in 10 anni non è stato ancora ricostruito nulla. C’è un sisma in Giappone che distrugge un’autostrada e dopo 48 ore è tutto come prima, come se nulla fosse accaduto. È una maniera interessante per far capire che non può passare così tanto tempo per ricostruire una città (gli esempi più eclatanti sono quelli di L’Aquila e Amatrice), ma ultimamente sta girando una notizia che sfruttando questa sorta di comparazione, e forse basandosi sulle credenze alimentate da social post come quello citato in precedenza, è stata condivisa parecchie volte, diventando virale. Stiamo parlando della notizia di un ospedale costruito a Wuhan in sole 16 ore con il fine di curare le persone infette dal letale virus. Ci sono anche delle immagini a corredo della notizia, ma riguardano solo un prefabbricato peraltro risalente a tempo addietro, insomma prima che il Coronavirus facesse la sua comparsa.

Coronavirus bufale: il vaccino e le cure

Nessun vaccino è pronto per combattere il coronavirus. Ci si sta lavorando, lo si sta studiando, ma i tempi di realizzazione di un vaccino non possono essere così da record e questa, per nostra sfortuna, è una disgrazia. Al tempo stesso, sta circolando un’altra bufala sul fatto che la cura migliore contro il coronavirus sia la tachipirina. Chi davvero crederebbe a una sciocchezza del genere? Eppure c’è chi ne è convinto e contribuisce ad alimentare la viralità della notizia. Che naturalmente è falsa (magari ci volesse così poco!).

Coronavirus tra fake news e razzismo

Non può mancare il razzismo, soprattutto quando un virus ha provenienza da un altro Paese e il maggior numero di persone infette ha un colore della pelle diverso dalla nostra. Stanno così girando delle false notizie anche su WhatsApp, tramite audio appositamente architettati, nei quali si parla di cinesi ricoverati presso ospedali cittadini perché contagiati dal virus: è il caso di Lecce, dove si parlava di un cinese proveniente da Wuhan ricoverato all’ospedale Vito Fazzi. In realtà un cinese, in quell’ospedale, c’era davvero, ma si trattava solamente di un professore di musica tornato dalla Cina che era andato a fare degli accertamenti.

Il razzismo e la paura sta dilagando anche presso gli abituali consumatori che si rivolgono spesso ai negozi cinesi (quelli dove è possibile comprare ogni cosa a pochi euro) e vanno a mangiare nei ristoranti cinesi. Un’intera economia sta rischiando un’importante emorragia di clienti negli ultimi giorni per il timore che i gestori di questi esercizi commerciali possano essere portatori del virus, o possano essere entrati in contatto con persone infette. Da qui una serie di timori, insulti razzisti, offese e pretese assurde.

Gli inevitabili complottisti

E poi ci sono loro: gli inevitabili complottisti, i soliti sospetti, potremmo definirli. False flag, microchip sottopelle, vaccini letali e virus sfuggiti da laboratori consapevolmente per provare nuove armi di guerra. Siamo alle solite, le storie sono sempre identiche, cambiano solo gli scenari e alcune terminologie. Il coronavirus sarebbe stato creato in laboratorio, per motivi bellici ovviamente, tra cui scatenare una guerra batteriologica, oppure provare “sul campo” un nuova arma di distruzione di massa. Guarda caso in molti sapevano, e poi ci sono le aziende che stanno studiando il virus le cui azioni stanno volando in Borsa (quindi c’è un doppio fine), senza dimenticare che qualche dominio su internet è stato comprato in tempi non sospetti (ma forse a costoro non è noto che il Coronavirus non è nato a inizio 2020, visto che è una tipologia di virus scoperta negli anni Sessanta). Ogni volta che c’è un branco di Rettiliani o di multinazionali con il gusto del massacro, storcete sempre il naso o, se volete, leggete la notizia come se steste leggendo un fantasy, perché non c’è nulla di vero, in particolar modo se non ci sono fondamenta o se ci invitano a studiare o a documentarci su sotuttoio.com o celotengononascosto.it.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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