Politica e territori

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 alle 17:26 Autore: Fabio Ronchi
Politica e territori

A testimonianza di questa riaffermazione dell’elemento territoriale è necessario sottolineare:

 

  • la nuova ondata leghista che passa dal 4,6% delle elezioni politiche del 2006 all’8,3% del 2008 e raggiunge il massimo storico in occasione delle ultime elezioni europee, toccando il 10,2% a livello nazionale. In vista delle elezioni regionali 2010, il movimento di Bossi pare sia ulteriormente in ascesa e aspira ad avere due governatori in due grandi regioni del Nord: Veneto e Piemonte.
  • la prosecuzione dell’esperienza del Movimento per l’Autonomia (MPA), partita in occasione delle elezioni amministrative del 2005 e culminata con l’elezione a governatore della Sicilia di Raffaele Lombardo.
  • la solidità rinnovata del SVP trentino e il buon risultato dei vari partiti autonomisti in Sardegna nelle elezioni regionali del 2008.
  • i dibattiti interni ai due principali partiti del Paese che ricorrono a tecniche come le “primarie” o le “consultazioni popolari” per scegliere i candidati alle elezioni (da Veltroni candidato premier per le elezioni politiche del 2008 a Vendola come candidato per le prossime elezioni regionali in Puglia) o per decidere il nome del nuovo partito ( Popolo della libertà) per tornare a stabilire un contatto diretto con gli elettori e il territorio.
  • Le voci di federalizzazione dei partiti si rincorrono sia nel Pd (è sufficiente richiamare le proposte di Cacciari, Chiamparino e Penati per l’esigenza di un “Pd del Nord”), che nel Pdl (basti pensare ai tentativi di Galan, governatore uscente del Veneto o ai continui stop-and-go relativi alla nascita di un Partito del Sud da parte di Micciché).

 

Insomma, la ricerca di strategie per radicare il partito nel territorio non si arresta mai e rimane costantemente all’ordine del giorno in tutte le segreterie di partito.

 

A conclusione di questo ragionamento, possiamo ribadire come il legame con il territorio riesca a garantire il senso di utilità politica per ottenere il consenso, la possibilità di corrispondere alla domanda di democrazia dei cittadini senza scorciatoie, costruendo un rapporto fra leader, partito e elettori che esalti la politica e infine la costruzione e la maturazione della nuova classe dirigente, perché in questo modo le leadership locali e nazionali sono obbligate ad una conquista continua del loro ruolo e della loro stessa leadership.

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