Rinvio udienze al 15 aprile: cosa contiene il Decreto Cura Italia

Pubblicato il 18 Marzo 2020 alle 13:31 Autore: Guglielmo Sano

Rinvio udienze al 15 aprile: il decreto Cura Italia legato al contenimento dell’emergenza coronavirus contiene importanti misure riguardanti la giustizia

Tribunale
Rinvio udienze al 15 aprile: cosa contiene il Decreto Cura Italia

Rinvio udienze al 15 aprile: il nuovo decreto Cura Italia legato al contenimento dell’emergenza coronavirus contiene tra le altre cose anche importanti misure riguardanti la giustizia.

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Rinvio udienze al 15 aprile: cosa dice il decreto Cura Italia

Erano già state sospese fino alla fine di marzo, adesso, in seguito all’emanazione del decreto Cura Italia, le udienze civili, penali e amministrative non potranno riprendere con regolarità almeno fino al 15 aprile 2020. Nella bozza del provvedimento si poteva leggere a proposito che “il rapidissimo mutamento del quadro epidemiologico in atto impone la necessità ed urgenza di prorogare il termine fissato, non risultando lo stesso funzionale alle esigenze di contrasto dell’emergenza sanitaria in corso. Si ritiene pertanto, a seguito dei provvedimenti assunti dal Governo per contenere gli effetti dell’epidemia in corso, di dove prorogare il predetto termine del 22 marzo al 15 aprile 2020”. Detto questo, qualora possibile le udienze potranno essere svolte tramite Skype o in videoconferenza.

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Rinvio udienze: su Skype o in videoconferenza

Il rinvio delle udienze fino, almeno, al 15 aprile si è reso necessario dato che tribunali e cancellerie attualmente non sono in grado di garantire il mantenimento della distanza di sicurezza tra le persone: dunque, le disposizioni sono da leggere nell’ottica della tutela della salute di magistrati, avvocati, imputati, testimoni nonché degli impiegati di cancelleria. D’altra parte, non è possibile bloccare del tutto il sistema giudiziario per cui sarà consentito lo svolgimento delle udienze via Skype o in videoconferenza.

Per quanto riguarda le udienze civili le direttive del Ministero della Giustizia impongono il collegamento da remoto, nello specifico, tramite i programmi Skype for Business e Teams, mentre per le udienze penali è previsto l’utilizzo dei sistemi di videoconferenza già a disposizione di uffici giudiziari, casa circondariali e istituti di detenzione in generale.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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