Conti correnti bancari e postali in Italia: c’è un numero massimo?

Pubblicato il 24 Marzo 2020 alle 10:45 Autore: Claudio Garau

Conti correnti in Italia: che cosa sono secondo la legge e per quali finalità possono essere aperti. Ci sono limiti massimi al numero di conti aperti?

Conti correnti bancari e postali in Italia c'è un numero massimo
Conti correnti bancari e postali in Italia: c’è un numero massimo?

È risaputo che il conto corrente oggi è fondamentale per compiere tutta una serie di operazioni e transazioni economiche, in assoluta trasparenza e velocità. Tantissime le applicazioni pratiche dei conti correnti, usati solitamente per il deposito delle proprie retribuzioni o pensioni, per effettuare bonifici, servirsi di carte di credito o debito, oppure per svolgere le sempre più diffuse transazioni online, tramite i servizi bancari di home-banking, direttamente disponibili dal proprio pc domestico. Ma, sul piano pratico, quanti conti correnti bancari o postali è possibile avere? c’è un tetto massimo? Vediamo di seguito di fare chiarezza in merito.

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Conti correnti: i costi e che cosa sono per il Codice Civile

Le ipotesi pratiche che possono portare all’idea di aprire più conti correnti, sono ovviamente svariate. Ad esempio, l’interessato potrebbe pensare di distinguere le transazioni legate alla propria attività professionale, dalle transazioni legate ai costi della famiglia (ad esempio le spese per la villeggiatura); oppure potrebbe pensare all’opportunità di aprire più conti correnti, perché gravato da una procedura di pignoramento del proprio conto corrente per dei debiti mai saldati.

Sul piano dei costi, avere più conti correnti comporta, certamente, dover sostenere più spese. Infatti, ogni banca fa pagare al suo cliente quelle che sono le spese di apertura e gestione del conto corrente che – ricordiamo – consiste giuridicamente in un vero e proprio contratto, di cui all‘art. 1823 c.c.: “Il conto corrente è il contratto col quale le parti si obbligano ad annotare in un conto i crediti derivanti da reciproche rimesse, considerandoli inesigibili e indisponibili fino alla chiusura del conto“. Tra le spese correlate alla semplice tenuta del conto, aperto presso una qualsiasi banca, ci sono gli importi che l’istituto di credito farà pesare a titolo di commissione per le operazioni bancarie svolte annualmente; da non dimenticare – inoltre – i costi legati all’imposta di bollo, a favore dell’Erario. È chiaro poi che prima di aprire più conti correnti, sarà opportuno che l’interessato valuti i vari piani offerti dagli istituti di credito, in modo da optare per quelli per lui più convenienti e/o meno onerosi.

Più conti come escamotage per sfuggire ai creditori: è possibile?

Come sopra accennato, non pochi potrebbero pensare che avere più conti correnti può essere utile a sfuggire al pignoramento del conto bancario, in caso di debiti mai saldati. Ebbene, tale escamotage non può funzionare, laddove il creditore o i creditori abbiano ottenuto una sentenza favorevole o un decreto ingiuntivo del magistrato competente (ovvero dei titoli esecutivi). Tali provvedimenti infatti aprono la strada dell’espropriazione forzata, vale a dire del pignoramento del conto corrente.

In buona sostanza, la legge consente al creditore con titolo esecutivo, di pignorare presso terzi (la banca) quanto spettante a titolo di credito: il conto di fatto è come congelato, in modo che il giudice dell’esecuzione designato conferisca le somme dovute al creditore legittimato, come pagamento del debito pregresso.

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In circostanze come queste, diventa inevitabile pensare all’escamotage di avere più conti correnti bancari o postali. Ma come suddetto, tale artificio non può comportare effetti favorevoli per il debitore: infatti, la legge permette ai privati di poter accedere a quella che è chiamata anagrafe dei rapporti finanziari del debitore insolvente, cioè un elenco di informazioni di cui è possibile entrare in possesso, su autorizzazione del giudice dell’esecuzione tramite ricorso ad hoc. Per questa via, al creditore sarà possibile ottenere dall’Agenzia delle Entrate, tutti i dati finanziari del debitore, legati ai suoi conti correnti in essere. Come risultato, il creditore potrà aggredire tutti i conti correnti di cui verrà a conoscenza, senza alcun limite e fine al soddisfacimento della sua legittima pretesa.

Concludendo, e tornando alla domanda del titolo, è certamente possibile – dato che la legge non lo vieta – avere più conti correnti sia bancari, sia postali. E per giunta non si è neanche tenuti a fornire spiegazioni sul perché si hanno più conti. Tuttavia, in queste circostanze, è pur sempre utile tenere presenti le considerazioni viste sopra.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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