Quanto sono aumentati i prezzi con il coronavirus: le stime

Pubblicato il 24 Aprile 2020 alle 13:47 Autore: Guglielmo Sano

Sempre più report evidenziano un aumento dei prezzi al consumo contestualmente all’emergenza legata alla diffusione dei contagi da nuovo coronavirus

Bancarelle frutta
Quanto sono aumentati i prezzi con il coronavirus: le stime

Sempre più report evidenziano un aumento dei prezzi al consumo contestualmente all’emergenza legata alla diffusione dei contagi da nuovo coronavirus. Le speculazioni in pratica non riguarderebbero solo mascherine e altri dispositivi contro l’infezione ma anche prodotti che si acquistano comunemente facendo la spesa.

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Coronavirus: prezzo di frutta e verdura 40% sopra tasso inflazione

Una delle prime segnalazioni in questo senso è stata fornita dal Codacons. Stando ai dati raccolti dall’associazione dei consumatori i prezzi di frutta e verdura hanno subito un rialzo superiore al 40% del tasso di inflazione. “Sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a marzo, si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%” si legge in una nota licenziata una settimana fa circa. Inoltre, sempre secondo gli studi realizzati dal Codacons, si riscontra “un incremento del 50% del prezzo delle carote, dell’80% del prezzo di broccoli e zucchine e di oltre il 40% delle arance. La situazione non cambia neppure se si fa la spesa al supermercato. Anche qui i clienti lamentano l’incremento dei prezzi”.

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In un suo recente intervento Giacomo Suglia, Presidente dell’Associazione dei produttori e degli esportatori ortofrutticoli, ha chiesto maggiore prudenza nel comunicare questi dati: “Inutile spaventare i consumatori con una cattiva informazione su presunti aumenti esorbitanti dei prezzi al dettaglio che vanno valutati caso per caso, in relazione ai diversi prodotti e a seconda dei vari canali distributivi” ha dichiarato in una recente intervista aggiungendo però anche che “stanno aumentando e aumenteranno i costi perché le aziende si devono attrezzare con mascherine, guanti per i dipendenti e devono cambiare organizzazione aziendale e sistemi di lavoro con il necessario distanziamento sociale, senza contare la necessità di sanificare i magazzini e gli altri luoghi di lavoro. Gli aumenti di costi sono certi, così come è certo il minor potere di acquisto dei consumatori, mentre i prestiti del DL Liquidità sono in balìa delle banche e della burocrazia per cui le aziende agricole e commerciali dell’ortofrutta, vivono nell’incertezza e nella confusione”.

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Detto ciò, nessuno sembra in grado di negare che i prezzi di alcuni beni stiano lievitando rispetto a tre mesi fa: quelli di mascherine e gel igienizzante in primis. A questo proposito sarà bene ricordare che queste manovre speculative sono punibili in base all’articolo 501 bis del Codice penale. Si rischia la carcerazione tra sei mesi e tre anni e una multa di importo variabile tra i 516 e i 25.822 euro. Inoltre, il suddetto articolo consente di procedere d’ufficio in caso di flagranza di reato, tra l’altro, procedendo eventualmente al sequestro dei beni oggetto della vendita speculativa.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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