Cattivi pagatori e cancellazione dal registro: come avviene?

Pubblicato il 18 Gennaio 2021 alle 06:29 Autore: Claudio Garau

Cattivi pagatori e blacklist di chi è insolvente verso una banca o finanziaria: quali conseguenze derivano dall’iscrizione? come essere cancellati?

Cattivi pagatori e cancellazione dal registro come avviene
Cattivi pagatori e cancellazione dal registro: come avviene?

L’elenco o registro dei cattivi pagatori è uno strumento che tutela le banche contro i debitori cronici. Vediamo di seguito se l’iscrizione in tale black list è da considerarsi a tempo determinato, oppure se una volta inseriti in essa, ci si resta per sempre. Facciamo il punto e cerchiamo di capire quindi se il debitore può essere cancellato o meno.

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Cattivi pagatori: i SIC e la black list a tutela delle banche

Come accennato, esiste un elenco cattivi pagatori, ovvero una lista o un registro in cui società finanziarie e banche fanno immettere tutti coloro che non hanno restituito un prestito alla data concordata, oppure non hanno saldato rate del mutuo. È assai spiacevole finire in questa black list, dato che ogni intermediario finanziario potrà individuare agevolmente il nominativo del debitore incallito ed insolvente e, come conseguenza, per quest’ultimo sarà assai complicato – se non impossibile – ottenere un nuovo mutuo, prestito o finanziamento, anche solo per comprare un frigorifero. Va tuttavia rimarcato che l’inclusione in tale registro non è perpetua, e pertanto dopo un tot di tempo scatta la cancellazione, in rapporto al ritardo con cui il debitore ha fatto fronte al suo debito.

Sono i cosiddetti SIC – i Sistemi di informazioni creditizie – a gestire i registi dei cattivi pagatori, ma tali Sistemi in verità gestiscono una mole di dati ben più ampia di quelli riconducibili ai soli debitori incalliti, dato che in essi troviamo tutte le informazioni legate alle richieste di credito e ai rimborsi dei finanziamenti dati dagli istituti di credito e dalle società finanziarie a tutti i clienti. Insomma essere iscritto al SIC, non equivale ad essere considerato un “cattivo pagatore”.

Laddove una finanziaria o un istituto di credito non è in grado di ottenere il pagamento di quanto dovuto, da parte del debitore, e nei tempi previsti, può optare per la richiesta al SIC di inclusione del soggetto insolvente nella black list dei cattivi pagatori. I tre più importanti SIC operanti in Italia – anche in relazione alla gestione dei registri cattivi pagatori – sono ECIS (Experian Cerved Information Service); CTC (consorzio di tutela del credito); CRIF (centrale rischi finanziari). Gli enti citati debbono rispettare quanto previsto dal “Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti”, disposto dal Garante della Privacy nel 2004.

È chiaro insomma che laddove una banca si trovi di fronte ad una richiesta di finanziamento, con tutta probabilità controllerà gli elenchi gestiti dai SIC per venire a conoscenza dei precedenti di colui che fa domanda.

Come essere cancellati dalla black list?

È chiaro che l’inserimento nella black list può spaventare anche il più incallito tra i debitori insolventi. Tuttavia, in ipotesi in cui non si paghi la rata del finanziamento o del mutuo, l’inserimento nella lista nera, non avviene subito: infatti, per prassi gli intermediari finanziari concedono una specie di “periodo di tolleranza”. In altre parole, la registrazione nell’elenco dei cattivi pagatori scatta laddove la rata non viene saldata per più di 60 giorni. Anzi, in questa ipotesi, poco prima della scadenza dei due mesi, l’istituto o la finanziaria hanno obbligo di comunicare al debitore insolvente una sorta di ultimatum – con raccomandata a/r – al fine di sollecitare il pagamento del debito. Ma se il soggetto insolvente non paga entro  15 giorni, la segnalazione diverrà effettiva. Ne conseguirà l’impossibilità, per il cattivo pagatore, di ottenere un certo finanziamento, prestito, mutuo o una certa agevolazione finanziaria, fino a che il suo nome permarrà incluso nella citata lista nera. Inoltre non potrà ottenere alcun fido, nè la scopertura del c/c. e non potrà più emettere assegni e usare carte di credito.

Come detto sopra, l’iscrizione nel registro cattivi pagatori non è però a tempo indeterminato: infatti, la legge vigente dispone dei tempi precisi di permanenza delle informazioni visibili a banche e finanziarie. In buona sostanza, è previsto che laddove non vi siano nuove notizie in relazione a nuovi ritardi o inadempimenti del debitore, le informazioni contenute in detta black list sono cancellate:

  • dopo 12 mesi per ritardi sopra i 2 mesi o nel pagamento di una o due rate;
  • dopo 24 mesi per ritardi nel pagamento di tre o più rate o mesi;
  • dopo 36 mesi in ipotesi di prestiti non restituiti o con morosità consistenti.

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Pertanto, la cancellazione non è frutto di una scelta discrezionale del SIC, ma dipende dalla sussistenza dei requisiti appena visti. È chiaro che banche e finanziarie debbono aggiornare tempestivamente le informazioni inerenti la regolarizzazione degli adempimenti, resi poi noti ai SIC, in modo che i SIC stessi siano portati a conoscenza del fatto che il debito è stato saldato.

Concludendo, e in sintesi, la cancellazione potrà dunque avvenire con il pagamento del debito, l’avvenuta prescrizione del debito, l’utilizzo della procedura di esdebitazione (legge n. 155 del 2017), la cessione del credito a terzi oppure la rinuncia al recupero del credito (debitore nullatenente). Va da sè comunque che il modo più efficace e rapido di essere cancellati dal registro cattivi pagatori, è quello di pagare senza indugio la somma da restituire alla banca o finanziaria.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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