Conto corrente e controlli retroattivi del fisco: chi rischia le sanzioni

Pubblicato il 12 Giugno 2020 alle 13:01
Aggiornato il: 24 Giugno 2020 alle 23:28
Autore: Daniele Sforza

Partono i controlli retroattivi del fisco sul conto corrente: ecco quali sono i movimenti e i soggetti che più rischiano le sanzioni.

Conto corrente e controlli retroattivi del fisco
Conto corrente e controlli retroattivi del fisco: chi rischia le sanzioni

Il conto corrente è uno di quegli strumenti che veicolano il rapporto di natura finanziaria tra un contribuente e un istituto di credito. Il conto corrente può ovviamente finire sotto la lente di ingrandimento del fisco, come abbiamo già scritto in diversi articoli (come qui e qui), soprattutto per effettuare dovuti accertamenti in base magari a informazioni contraddittorie o a omissioni nelle dichiarazioni di redditi e quindi a presunta e sospetta evasione fiscale. I liberi professionisti sono le persone maggiormente controllate, soprattutto in termini di prelievi e versamenti, ma ovviamente anche i lavoratori dipendenti e le persone fisiche possono essere controllate in caso di possibili mancanze nelle dichiarazioni fiscali.  

Conto corrente e controlli del fisco

Come stabilito dal DPR n. 605/1973, sono diversi gli enti obbligati a fornire comunicazioni periodiche legate ai rapporti con i contribuenti e questi sono le Poste, i fondi di investimento, le società di assicurazioni e ovviamente le banche. Tramite l’Anagrafe dei conti correnti, l’Agenzia delle Entrate può ricavare tutte le informazioni di cui ha bisogno relative ai rapporti tra le banche e i loro clienti, in particolar modo sul conto corrente.

Conto corrente: cosa controlla il fisco e perché

Le movimentazioni sotto la lente del fisco riguarda i saldi e le giacenze medie annua, il totale dei movimenti eseguiti nell’arco di un anno e altre informazioni di natura finanziaria e contabile. I controlli del fisco sul conto corrente possono essere anche retroattivi, ma ovviamente non retroattivi all’infinito, e scattano nel caso di bonifici o versamenti troppo ingenti e soprattutto non giustificati e mancanze nelle dichiarazioni dei redditi, raffrontando gli importi conseguiti nell’anno di riferimento.

Controlli retroattivi del fisco sul C/C: fino a quando possono arrivare

Gli accertamenti e i controlli fiscali possono esserci entro e non oltre il quinto anno successivo all’anno in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi. Nel momento in cui la suddetta dichiarazione non risulta o sia ritenuta nulla, la tempistica massima dell’accertamento fiscale si estende a 7 anni. Il termine ultimo cade sempre nell’ultimo giorno dell’anno di riferimento, quindi il 31 dicembre.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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