Conto corrente: operazioni a rischio controlli, quali sono e come evitarle

Pubblicato il 29 Aprile 2020 alle 10:05 Autore: Daniele Sforza

Conto corrente sotto la lente del fisco: quali sono le operazioni a rischio controlli e come si possono evitare? Alcuni chiarimenti.

Conto corrente operazioni a rischio controlli
Conto corrente: operazioni a rischio controlli, quali sono e come evitarle

I titolari di un conto corrente sono sempre e costantemente sotto la lente del fisco che persegue l’eterna caccia all’evasore fiscale? No, ci sono categorie ben più a rischio di altre a questo proposito. E ci sono poi determinate operazioni che potrebbero subire maggiori controlli. Andiamo a riepilogare quali sono e se e come si possono evitare.

Conto corrente sotto controllo: soggetti e operazioni a rischio

I controlli dell’Agenzia delle Entrate sui conti correnti bancari si avvalgono di strumenti che permettono il controllo incrociato dei dati e individuare così i conti e i soggetti più a rischio. Questi ultimi corrispondono al profilo di lavoratori autonomi e liberi professionisti, titolari di partita Iva che generalmente sono i più controllati quando si parla di evasione fiscale, bilanci d’impresa, differenze tra entrate e uscite.

Nel mirino dell’Anagrafe Tributaria si rivela una serie impressionanti di informazioni relative al conto corrente e a tutte le relative movimentazioni. Dai bonifici in entrata e in uscita ai pagamenti tramite carta di credito o carta di debito, acquisti online e transazioni finanziarie. A tutto questo si aggiunge ovviamente la mole di informazioni derivante dalle dichiarazioni dei redditi e dell’Isee ordinario, nonché delle imposte versate. Tra saldo di fine anno e giacenza media annua, un rapido incrocio di informazioni (con l’utilizzo di strumenti come redditometro e risparmiometro) e il gioco è fatto: il contribuente evade le tasse o ha guadagnato di più di quanto ha dichiarato? Scatta l’accertamento, preceduto generalmente da un avviso bonario.

Conto corrente: tutte le operazioni sotto controllo

I controlli più stretti riguardano i versamenti di contanti agli sportelli, che devono essere opportunamente giustificati. Facciamo l’esempio di un imprenditore che versa 1.000 euro sul conto, ma nessuna fattura attesta quell’entrata, che dunque non è riconducibile da alcuna parte. Il fisco potrebbe chiedere lumi al lavoratore chiedendo di certificare la provenienza di quel denaro, altrimenti lo stesso sarà tassato. I controlli del fisco riguardano anche i prelievi, e generalmente la frequenza degli stessi.

Altre operazioni sotto la lente del fisco riguardano l’emissione e l’acquisto di cambiali, la richiesta di assegni circolari e i pagamenti effettuati con tutte le carte. A rischio anche altre operazioni collaterali, qualora la persona sia già “controllata” per sospetta evasione fiscale (entrate non certificate, scostamenti tra redditi incassati e dichiarati, versamenti sospetti). Tra queste spiccano l’apertura di un nuovo conto corrente o conto deposito, ma anche le operazioni di cambio valuta. Tra le movimentazioni monitorate anche l’eventuale vendita di un immobile di proprietà e i passaggi di eredità dei beni, nonché qualsiasi operazione che determini un movimento di liquidità.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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