Batosta per la Merkel alle regionali

Pubblicato il 15 Maggio 2012 alle 08:05 Autore: Matteo Patané

Questa chiave di lettura è particolarmente preoccupante per Angela Merkel ed il suo partito, la CDU: i democristiani tedeschi perdono oltre 600.000 voti in termini assoluti, pari all’8,25% dei consensi. Un dato molto pesante, una perdita doppia rispetto a quanto pronosticato dai sondaggi della vigilia, che porta il partito al suo minimo storico nel land dal secondo dopoguerra. La profonda disaffezione per la CDU, che inanella forse la sua seconda sconfitta più grave di questi ultimi anni dopo quella – storica – in Baden-Württemberg del marzo 2011, non può essere ricondotta a motivazioni locali. Il fatto che l’economia fosse il tema dominante della campagna elettorale e il fatto che il candidato CDU fosse un membro del Governo di Berlino danno chiara valenza nazionale al voto, e segnano una sonora bocciatura per la politica economica rigorista della Merkel.

Contrariamente a quanto avvenuto in numerose altre regioni tedesche, la FDP riesce a restare nel parlamento regionale, e anzi a segnare un’avanzata rispetto al 2010. Gli alleati della Merkel, fortemente puniti in pressoché tutte le altre elezioni locali degli ultimi anni, sono invece stati in grado non solo di conservare il proprio elettorato, ma anche di intercettare una pur minima parte dei voti in fuga dalla CDU. Non è semplice interpretare questo fenomeno, ma emerge sicuramente con chiarezza la focalizzazione dell’opposizione alla Merkel persino all’interno del suo stesso schieramento, con una frazione minoritaria ma non trascurabile dell’elettorato (stimabile intorno alle cento-centocinquantamila unità) che pur restando nel perimetro della coalizione governativa si sposta dalla CDU della cancelliera agli alleati liberali.

Restando nel campo degli sconfitti da questa tornata elettorale bisogna svoltare decisamente a sinistra, con la Linke che passa dal 5,61% ad un modesto 2,50% uscendo dal parlamento regionale. Con un’emorragia di quasi 250.000 preferenze la formazione di sinistra risulta essere il secondo partito più penalizzato dall’elezione 2012 dopo la CDU della Merkel; la formazione di La Fontaine ha certamente sofferto la concorrenza di una SPD in grado di calamitare l’opposizione al governo federale, ma è indubbio che il successo dei Piraten abbia in qualche modo svuotato la Linke del suo elettorato meno militante e più di protesta.

Proprio il giovane partito dei Piraten è uno dei grandi vincitori di questa tornata elettorale, entrando nel quarto parlamento regionale dopo i successi di Berlino, Saarland, e Schleswig Holstein. Con un incremento di quasi mezzo milione di voti i Piraten sono la formazione con il più alto tasso di crescita, che consente loro di guadagnare 20 consiglieri: la minore delle forze entrate nel parlamento regionale, ma sicuramente un grande successo per questo partito che si trova a confrontarsi con formazioni storiche e decisamente più radicate e blasonate.

Se la vittoria dei Piraten è soprattutto morale, la coalizione di centrosinistra centra un grande successo, ed il fatto che il Nordrhein-Westfalen sia un tradizionale feudo rosso non ne sminuisce la portata e l’importanza. I Grünen si mantengono tutto sommato stabili, in calo di circa 60.000 voti all’11% (-1 dal 2010), evidenziando una conquistata maturità elettorale e un bacino di voti tutto sommato stabilizzato. Il loro peso nel parlamento regionale resta tutto sommato inalterato, dal 12,71% dei seggi al 12,24%, mentre il loro potere all’interno del governo di coalizione con la SPD risulta invece indebolito (dal 25,56% al 22,66%) pur restando su valori comunque molto alti.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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