Coronavirus ultime notizie: covid e spagnola a confronto. Le previsioni

Pubblicato il 29 Giugno 2020 alle 09:22
Aggiornato il: 17 Luglio 2020 alle 18:55
Autore: Daniele Sforza

Coronavirus ultime notizie: torna in auge il confronto tra il Covid 19 e l’influenza spagnola che colpì il mondo dopo la Prima Guerra Mondiale.

Coronavirus ultime notizie Covid e spagnola a confronto
Coronavirus ultime notizie: covid e spagnola a confronto. Le previsioni

Coronavirus ultime notizie: grazie al confronto tra le foto d’epoca e quelle odierne, ma anche per capire il comportamento e l’evoluzione delle pandemie, si è spesso fatto un confronto tra il Covid-19 e l’influenza spagnola che colpì il mondo subito dopo la Prima Guerra Mondiale. La “stagione” del coronavirus non è finita: non certamente negli Stati Uniti, né in Brasile, né in India, ma neppure in Europa (il noto caso del mattatoio in Germania) e in Italia (i focolai a Bologna, Mondragone, Fiumicino, etc.). Tutto come previsto, secondo Ranieri Guerra, che non si è detto preoccupato, anche perché l’epidemia “si sta comportando come avevamo ipotizzato”. Il paragone, afferma Ranieri Guerra ad Agorà su Raitre, è proprio con l’influenza spagnola: calò in estate “e riprese a ferocemente a settembre e ottobre, facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata”.

Coronavirus ultime notizie: Covid-19 e Spagnola, le analogie

Anche durante la Spagnola (che si chiama così perché i media spagnoli di allora furono i primi a parlarne) chiusero le scuole e anche le fabbriche, per alcuni giorni: non facevano più sepolture né funerali. Un quadro molto simile a quello che abbiamo vissuto durante questo terribile inverno. E che potrebbe riproporsi in autunno per chi crede alla seconda ondata. Era appena finita la Prima Guerra Mondiale, poi, anche a causa dei soldati che tornavano a casa, scoppiò la pandemia globale, che fece più vittime della Grande Guerra, forse fino a 50 milioni di morti.

Di analogie (e differenze) tra il Covid e la spagnola ce ne sono diverse. La Spagnola ebbe 3 ondate successive, di cui la prima nella primavera del 1918, la seconda nell’autunno dello stesso anno, mentre la terza nell’inverno tra il 1918 e il 1919. Tre ondate di cui la seconda fu la più letale. È difficile capire chi fu il focolaio scatenante, sebbene si parli di alcuni campi militari negli Stati Uniti o in Europa: c’era però molta censura all’epoca, perché la guerra era appena finita e non si voleva prostrare ulteriormente la popolazione. I sintomi della spagnola? Febbre alta, mal di gola, tosse secca, senso di spossatezza, congiuntivite, mal di testa, problemi respiratori. Furono chiuse scuole, teatri, chiese e vennero evitati tutti quei luoghi dove si creavano assembramenti. Insomma, un po’ come oggi, veniva invocato il distanziamento sociale, ma non tutti lo rispettavano. E allora come oggi i disinfettati sparivano da farmacie e mercati. Molti medici sono impegnati al fronte, quindi si arruolano i giovani. Sorgono teorie del complotto e si cerca a tutti i costi un nemico sul quale scaricare le responsabilità. Perfino si parla di medicinali che curano le persone, anche allora era un antimalarico, il chinino, che aveva comunque una sua efficacia.

Covid-19 e Spagnola, le differenze

Ieri era ieri e oggi è oggi: un secolo fa la medicina e la scienza non erano arrivati al punto in cui sono arrivati ora. I focolai scoppiati negli ultimi giorni sono stati adeguatamente ed efficacemente fermati in tempo prima che si espandessero. Si sta parlando di un vaccino che potrebbe essere pronto entro la fine dell’anno e i tipi di mascherine non erano come quelli che abbiamo oggi, ma spesso erano fatte con la sola garza. Nei primi anni del Novecento non c’erano i social e non c’era un’esposizione mediatica e dunque una diffusione delle conoscenze in tempo reale, pertanto spesso si interveniva troppo tardi.

Per quanto riguarda la fine della Spagnola, quest’ultima scomparve: forse perché aveva colpito una buona parte della popolazione e si era creata un’immunità di gregge. O forse perché aveva subito una mutazione. Ma è proprio su questo punto un’altra differenza importante: il virus della Spagnola era mutato abbastanza rapidamente, mentre il nuovo coronavirus risulta piuttosto stabile.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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