Coronavirus ultime notizie: raggi ultravioletti disattivano il virus. Lo studio

Pubblicato il 16 Luglio 2020 alle 07:30
Aggiornato il: 17 Luglio 2020 alle 18:57
Autore: Daniele Sforza

Coronavirus ultime notizie: i raggi ultravioletti potrebbero disattivare il virus e questa sarebbe una scoperta fondamentale per il futuro. Il nuovo studio.

Coronavirus ultime notizie raggi ultravioletti
Coronavirus ultime notizie: raggi ultravioletti disattivano il virus. Lo studio

Coronavirus ultime notizie: stando a un recente studio condotto da un team di medici e astrofisici italiani, i raggi ultravioletti potrebbero fermare il Covid-19. Lo studio riconduce all’università degli Studi di Milano, all’Istituto Nazionale di Astrofisica e all’Istituto Nazionale dei Tumori. A parlarne al Corriere della Sera è Mario Clerici, professore ordinario di Immunologia all’Università di Milano, nonché direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.

Coronavirus ultime notizie: raggi ultravioletti efficaci contro Covid-19?

I raggi ultravioletti potrebbero risultare efficaci contro il Covid-19. Ci si è arrivate utilizzando inizialmente delle lampade a raggi UV di tipo C, ovvero quelli bloccati dall’atmosfera terrestre e che dunque non arrivano sul nostro suolo. Analizzando tre esempi, dalla presenza di un caso positivo in una stanza fino a una situazione impossibile, la carica virale è stata disattivata al 99,9% da una piccola quantità di questi raggi ultravioletti, “2 millijuole per centimetro quadrato”.

Gli esperimenti sono stati fatti anche con i raggi UV di tipo A e B, ovvero quelli che arrivano sul suolo terrestre, e i risultati sono stati simili, anche se non ancora scientificamente dimostrabili. Sembra tuttavia che “minore è la quantità di UvA e UvB, maggiore è il numero di infezioni” e proprio questo potrebbe spiegare “perché in Italia, ora che è estate, abbiamo pochi casi e con pochi sintomi, mentre alcuni Paesi nell’altro emisfero, come quelli del Sudamerica dove ora è inverno, stanno ora affrontando il picco”. Va tuttavia analizzato il caso di Paesi come Bangladesh, India e Pakistan, dove il clima è caldo, ma le nuvole dei monsoni “bloccano i raggi solari”, permettendo all’epidemia di espandersi.

Lo studio

Stando agli esperimenti effettuati, sembra che si possa stare tranquilli in spiaggia senza mascherina, perché “le goccioline che possono essere emesse da un eventuale soggetto positivo vengono colpite dai raggi solari e la carica virale è disattivata in pochi secondi”. La scoperta sarebbe importante soprattutto nel futuro, e in particolar modo per disinfettare gli ambienti chiusi. “La quantità di raggi emanati dai dispositivi potrebbe disinfettare completamente ambienti chiusi, con quantità minime di Uv e in tempi brevi”, afferma Clerici. Dunque, “potrebbero essere usate nei cinema, negozi, uffici e anche nelle scuole”.

L’esperto è stato poi interrogato sul rischio di una possibile seconda ondata di Covid. Che potrebbe arrivare, “ma ridotta, perché il virus sarà indebolito”. Considerando che le radiazioni Uv possono causare danni all’uomo, è necessario sapere che si possono usare per disinfettare ambienti chiusi, come ad esempio le aule scolastiche. Proprio a tal proposito, spiega Clerici, “stiamo cercando di progettare lampade con lunghezze d’onda che eliminino qualunque tipo di potenziale tossicità per l’uomo”.

Coronavirus ultime notizie: il report dell’Iss sui raggi ultravioletti

Il Corriere riporta anche un documento dell’Istituto Superiore di Sanità, nel quale si evince che “la luce UvC è in grado di inattivare il 99,99% del virus dell’influenza in aerosol”, ma anche che “se le superfici sono esposte a una radiazione Uv non sufficientemente intensa, ciò potrebbe comportare una disinfezione inadeguata e conseguenti problemi di sicurezza”. Dunque la radiazione UvC può essere usata per disinfettare le superfici e gli oggetti in un ambiente chiuso, considerando che “basta un contenitore di plexiglas o vetro per schermare efficacemente la radiazione e proteggere le persone”. Di contro “i sistemi tradizionali con lampade UvC installate a parete o a soffitto, che generano luce in assenza di protezione, rappresentano un potenziale pericolo: la radiazione nell’intervallo 180 nm-280 nm è in grado di produrre gravi danni a occhi e cute ed è un cancerogeno certo per l’uomo”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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