Ddl Zan: che cosa c’è scritto e che cosa cambia. La guida rapida

Pubblicato il 7 Maggio 2021 alle 11:11 Autore: Claudio Garau
Omotransfobia: possiamo sconfiggerla a colpi di legge?

Ddl Zan: che cosa c’è scritto e che cosa cambia. La guida rapida

Tra i tantissimi temi che stanno alimentando il dibattito politico delle ultime settimane, trova spazio anche il cosiddetto Ddl Zan. Si tratta di un testo che è oggetto di una campagna di comunicazione sul web e che sta facendo contrapporre non pochi personaggi noti, non solo dell’ambito della politica italiana. Tutti avranno sentito parlare, in questi giorni, dello scontro tra il rapper Fedez e alcuni esponenti della Lega per una questione legata all’omofobia e, appunto, al Ddl Zan.

Forse però a tutti non è ben chiaro che cos’è questo disegno di legge così chiacchierato ed all’origine di questi aspri scontri verbali. Vediamo di scoprirlo di seguito, cercando anche di capire quali saranno le prossime novità in tema. Facciamo chiarezza.

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Ddl Zan: di che si tratta? Il contesto di riferimento

Anzitutto sgomberiamo il campo da ogni possibile dubbio: il disegno di legge, e il Ddl Zan rientra proprio in questa categoria, consiste in un testo che è proposto di regola da parlamentari, ossia esponenti politici che propongono l’introduzione di una nuova legge.

In estrema sintesi dunque il disegno di legge è regolato dalla Costituzione italiana, agli articoli 72 e 87: si tratta di una prima bozza di una possibile futura legge, che viene inviato al Governo e che segue un rigido iter per la sua approvazione. Il Ddl Zan, in particolare, si chiama così perchè il testo è immediatamente riconducibile ad Alessandro Zan, ossia un parlamentare PD eletto alla Camera e firmatario del disegno di legge contro l’omotransfobia che, infatti porta il suo cognome.

La finalità del disegno di legge Zan

A questo punto, dobbiamo rimarcare che la finalità del disegno di legge promosso da Alessandro Zan è quella di contrastare qualsiasi tipo di discriminazione, legata all’orientamento sessuale di un individuo, maschio o femmina non c’è differenza.

In verità, però, se ci chiediamo cosa è contenuto nel ddl Zan, dobbiamo rispondere che non c’è solo il tema della ‘omotransfobia‘. Non a caso, sul frontespizio del disegno di legge in oggetto si può leggere “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.

Pertanto, il disegno in questione non attiene soltanto alla omosessualità e alla lotta all’omofobia: nel testo sono trattati anche temi come la violenza di genere e la discriminazione verso i disabili, E proprio su quest’ultima purtroppo non sono mancati negli ultimi anni i casi di cronaca. Ancora, nel Ddl Zan sono quantificate le dure condanne penali per chi commette violenza o discriminazione e si lancia la proposta concreta di iniziative di sensibilizzazione reale.

Il dibattito acceso di questi giorni sul tema

Come accennato, le polemiche sul Ddl Zan non sono mancate e non mancheranno. Per esempio, alcuni hanno osservato che l’introduzione del genere femminile tra quello delle “minoranze discriminate” porterebbe ad una sora di ghettizzazione delle donne. E su una posizione fortemente critica si sono poste, anche e soprattutto, alcune donne esponenti del Parlamento, che hanno infatti dichiarato il Ddl Zan consisterebbe in realtà in un disegno di legge sessista, perché includerebbe le donne nella categoria dei gruppi oggetto di discriminazione.

Ma le polemiche più roventi hanno riguardato i rappresentanti del centro-destra, Lega in testa, i quali hanno espresso tutto il loro disappunto nei confronti del Ddl Zan, ed in particolare hanno puntato il dito contro il riconoscimento della parità di diritti fra cittadini eterosessuali e cittadini omosessuali.

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Il Ddl Zan non ha ancora completato l’iter: perchè?

Come noto, il testo del disegno di legge contro le discriminazioni basate su genere, sesso, disabilità e orientamento sessuale non è ancora stato approvato. O meglio, la Camera ha detto sì il 4 novembre scorso, in prima lettura, al ddl Zan, spettando poi alla Commissione Giustizia del Senato dire la sua. Quest’ultima, in particolare, ha congelato il provvedimento per diversi mesi, anche in considerazione delle resistenze di Lega e Fratelli d’Italia, sostenuti da alcuni esponenti del mondo cattolico.

Il punto è che queste formazioni politiche, in un delicato momento della storia dell’Italia come questo, non ritengono di primario interesse una legge sui temi di cui sopra. Piuttosto, sottolineano che sarebbe sufficiente soltanto modificare la legge Mancino, che sanziona i reati e le discriminazioni basate su nazionalità, etnia e credo religioso. Ma pare che qualcosa, nella direzione dell’approvazione finale del Ddl Zan si sia, in questi giorni, mosso.

Concludendo, le ultime novità ci dicono che la commissione Giustizia ha deciso che il Ddl Zan già approvato a Montecitorio sarà oggetto di autonoma discussione, e non sarà dunque accorpato agli altri disegni di legge, come invece intendevano fare le forza di centrodestra, nella finalità di proseguire con l’ostruzionismo verso questo disegno ritenuto inopportuno. La decisione è peraltro giunta dopo uno accesissimo dibattito in commissione, con l’attuale maggioranza che si è spaccata: 12 voti favorevoli e 9 contrari (Lega, FdI e alcuni esponenti di Forza Italia).

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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