Il Prossimo Sindaco di New York fra primarie, sistema di voto e incertezza

Pubblicato il 15 Aprile 2021 alle 21:51 Autore: Domenico Maria Pellecchia

La città di New York voterà formalmente per il prossimo Sindaco il 2 novembre, ma le primarie democratiche di fine giugno ci potrebbero già dire chi sarà. Con le primarie dietro l’angolo, i candidati cominciano ad organizzare i fondi raccolti e affilano i coltelli. Attualmente i sondaggi rilevano poco: grande incertezza e pochi candidati in grado di farcela. Questa sarà la quarta elezione di New York – in più o meno mezzo secolo – a non avere un candidato incumbent sulle schede, perché il Sindaco Bill de Blasio è al settimo anno di mandato e non potrà candidarsi nuovamente. A rendere ancora più speciale la corsa è il sistema di voto che infatti cambierà (ma solo per le primarie), passando dal modello plurality  a quello ranked-choice, come stabilito dal referendum del 2019 vinto con quasi l’80% delle preferenze. Solo il Maine aveva sperimentato questo tipo di voto prima.

Come si vota alle primarie per il prossimo sindaco di New York

Molto diverso dal sistema a maggioranza utilizzato in passato, questo nuovo sistema di voto è particolare e consente all’elettore di esprimere un massimo di cinque preferenze in un ordine da 1 a 5, fra i candidati. Se un candidato ottiene il 50 % +1 dei voti subito, ovvero al primo turno, vince. Se invece nessun candidato ottiene la maggioranza, le cose si complicano un po’. Si passa ad un secondo turno nel quale il candidato che ha raccolto il minor numero di preferenze viene eliminato e le sue preferenze andranno al candidato subito dopo nella lista (se il candidato eliminato in precedenza era la prima scelta). Questi round continuano finché non rimangono solo due candidati, e a quel punto vince quello che è riuscito a recuperare più voti, ovvero quello che ha più voti dell’altro, a maggioranza relativa.

Il Prossimo Sindaco di New York

Una lunga lista di candidati, ma la corsa è ancora lunga

Negli ultimi anni, candidarsi a Sindaco di New York per un democratico significa avere una reale chance di poterlo diventare. Sono le primarie il vero campo di prova, dove bisogna cercare i voti. L’elezione generale nella città è raramente in bilico, soprattutto negli ultimi anni. Ed è questo il motivo per cui, attualmente, la lista di candidati per il posto da Sindaco è lunga e nessuno dei candidati più credibili accenna a ritirarsi. Dopo Bloomberg, Bill de Blasio è stato capace di riunire il Partito Democratico e rendere la città omogenea perdendo solo nel distretto di Staten Island. Per tornare indietro e scovare un Repubblicano capace di questo, bisogna risalire al 2005, quando Mike Bloomberg (ora democratico) vinse le elezioni perdendo solo nel Bronx:

 

Quest’anno la lista di contendenti è però molto diversa dal passato, e include anche Andrew Yang, filantropo candidato alle primarie per la Presidenza nel 2020. Oltre a lui, il candidato attualmente più on fire è il Presidente del Distretto di Brooklyn Eric Adams. Ma la lista, come si vede in foto, è davvero lunga e comprende più di 20 profili che spaziano dall’attivismo a Wall Street. Tutti, però, sembrano avere una costante: la distanza dal Sindaco de Blasio.

Anche se ha vinto più volte con margini di consenso ampi, l’attuale Sindaco di New York non sta passando un momento facile: la gestione della pandemia ha rovinato quanto di buono creato negli anni e la sfida alle emergenze economiche non sembra andare meglio. I candidati lo sanno, e si sforzano di apparire diversi. La campagna elettorale di Yang, ad esempio, sta riuscendo nell’impresa di far passare la propria piattaforma come opposta a quella del Sindaco, anche se in verità ne condivide l’impianto.

I primi sondaggi fotografano l’incertezza della base democratica

E’ ancora presto per avere sondaggi forti alla mano, ma comunque quelli che ci sono delineano chiaramente il quadro: Andrew Yang rimane il favorito, ma nettamente staccato dall’indecisione degli elettori democratici. Quasi la metà di questi, infatti, non esprime un parere, segno che le campagne sono ancora lontane dalla forma migliore. A maggio la corsa dovrebbe prendere una piega più frenetica, con molti dei candidati che saranno in grado di comprare spazi pubblicitari sulle televisioni e perché cominceranno i dibattiti fra i candidati che per metà maggio saranno ancora in corsa.

Qualche giornale, fra cui anche il New York Times, ha avanzato l’ipotesi che si possa aprire uno spiraglio per una candidatura last-minute di qualche donna. Gli scandali che hanno travolto il Governatore Andrew Cuomo sono ancora vivi e potrebbero rimescolare le carte, anche se al momento sembra presto per poter vagliare una ipotesi del genere. Andrew Yang appare in una posizione di forza, per diversi motivi. I dibattiti televisivi daranno lo sprint che le campagne stanno cercando, riducendo di molto la rosa di candidati.

L'autore: Domenico Maria Pellecchia