Gas russo: diminuisce la dipendenza dell’Italia? Gli ultimi dati

Pubblicato il 5 Settembre 2022 alle 23:03 Autore: Guglielmo Sano
Gas russo: diminuisce la dipendenza dell’Italia da Mosca? Gli ultimi dati

Gas russo: diminuisce la dipendenza dell’Italia? Gli ultimi dati

Guardando gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Transizione ecologica, anche se la completa indipendenza energetica da Mosca è lontana, dall’invasione dell’Ucraina in poi l’Italia sembra aver di molto ridotto la propria dipendenza dal gas russo. Uno sguardo veloce alle cifre più significative in questo senso.

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Gas russo: diminuisce la dipendenza dell’Italia da Mosca?

L’Italia, in risposta all’invasione dell’Ucraina, ha scelto di diminuire drasticamente il proprio approvvigionamento di gas russo. Nel nostro paese il gas è una materia prima fondamentale nella produzione di energia: nel 2021 tutto il gas utilizzato in Italia è stato importato dall’estero (si parla del 95% del totale). La Russia fino all’anno scorso è stato il principale fornitore di gas per l’Italia: il 40% di tutto il gas importato proveniva proprio dai condotti russi. Diminuire le importazioni da Mosca, sulla scia di quanto fatto anche da molti altri paesi, una severa mossa diplomatica per dissuadere la Russia dal proseguire l’intervento militare in Ucraina: erano evidenti, però, i rischi che si sarebbero corsi per quanto riguarda la tenuta dell’economia nazionale.  

In ogni caso, il governo Draghi ha messo in moto un piano che dovrebbe portare l’Italia ad essere indipendente dalle importazioni dalla Russia nel giro di alcuni anni, non meno di 3 secondo le stime più accreditate. Detto ciò, guardando gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Transizione Ecologica pare si comincino a intravedere i primi effetti del cambio di rotta: nei primi 7 mesi dell’anno è stato importato dalla Russia il 38% di gas in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Dallo scorso dicembre a luglio 2022 il gas russo importato è passato dal 40% del totale a solo il 18%. In linea di massima da gennaio a luglio 2022 dalla Russia sono arrivati 10 miliardi di metri cubi di gas contro i 17 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

Trovare altri fornitori e razionare i consumi

L’abbandono progressivo del gas russo non sarà indolore ma il suo peso potrebbe essere ridotto sostituendolo con quello proveniente da altri paesi fornitori il più presto possibile. Attualmente sembra l’Algeria il principale candidato per sostituire la Russia come primo importatore di gas in Italia: già tra gennaio e febbraio 2022 il paese africano aveva scavalcato Mosca in questo senso (anche se nei primi 7 mesi dell’anno il gas importato dall’Algeria è aumentato solo del 3%, da 12,8 miliardi di metri cubi a 13,2). Un nuovo accordo con Algeri assicura all’Italia 3 miliardi di metri cubi in più fino alla fine dell’anno, 6 miliardi in più nel 2023, 9 miliardi in più nel 2024.

Oltre alla ricerca di altri fornitori, una strada che pare verrà percorsa sarà quella della riduzione del consumo di gas naturale: entro marzo 2023 si punta ad abbassarlo del 7%. D’altra parte, l’avvicinarsi dell’inverno desta qualche preoccupazione: per non trovarsi in una situazione allarmante potrebbero arrivare delle stringenti restrizioni all’utilizzo di riscaldamento ed energia elettrica negli uffici pubblici, anche i privati dovrebbero essere incentivati in qualche modo a non alzare troppo l’asticella del termostato già da ottobre.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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