Ravvedimento operoso: cosa è? Differenze con rottamazione 2024

Pubblicato il 17 Luglio 2023 alle 15:07
Aggiornato il: 20 Luglio 2023 alle 12:18
Autore: Guglielmo Sano
Ravvedimento operoso: cosa è? Differenze con rottamazione 2024

Ravvedimento operoso: cosa è? Differenze con rottamazione 2024

Ravvedimento operoso: strumento introdotto nella legislazione tributaria una trentina di anni fa, permette di mettersi al passo con i versamenti dovuti al Fisco. A differenza della rottamazione 2024 e di tutte le altre sanatorie dello stesso tipo è accessibile da tutti i contribuenti in qualsiasi momento, d’altra parte, prevede la corresponsione di interessi e sanzioni anche se in misura ridotta. Una panoramica delle informazioni più importanti sull’argomento.

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Ravvedimento operoso: di cosa si tratta?

Ravvedimento operoso: si tratta di uno strumento che permette di regolarizzazione la propria posizione con il Fisco in caso di omesso, mancato, parziale, in generale, errato pagamento di imposte e tributi (Iva, Imu, Irpef, Tari e così via, esclusa l’Irap), quindi, di evitare contenziosi (la ricezione di una cartella esattoriale nel caso meno grave) con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Attraverso il ravvedimento, in sostanza, il contribuente evita la contestazione di un qualche tipo di illecito fiscale grazie alla manifestazione spontanea di voler versare quando dovuto e non precedentemente versato. Possibilità che viene consentita dalla normativa che però prevede anche l’imposizione di sanzioni e interessi ma in misura ridotta a quelli che sarebbe stati imposti se fosse scattato un avviso formale.

Differenze con rottamazione 2024 e altre sanatorie

Quest’ultima è una prima differenza tra ravvedimento operoso e rottamazione 2024 e altre sanatorie dello stesso tipo: non si evitano interessi e sanzioni anche se, parametrati in base al periodo trascorso tra la scadenza fissata per il versamento dell’imposta e l’effettivo saldo, devono essere corrisposti in misura ridotta (un decimo della sanzione ordinaria se si paga entro 30 giorni dal termine fissato per la presentazione della dichiarazione dei redditi, un nono entro novanta giorni, un ottavo oltre tale scadenza).

 D’altra parte, lo strumento può essere utilizzato da tutti i contribuenti, tra l’altro, in qualsiasi momento: fondamentale soltanto che l’illecito non sia già stato contestato, quindi, che le attività di accertamento non siano già state comunicate al contribuente (dopo la contestazione il ravvedimento operoso diventa molto meno conveniente: per esempio, si paga un quinto del minimo della sanzione prevista).

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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