Niente di nuovo sul fronte americano

Pubblicato il 5 Novembre 2009 alle 11:00 Autore: Andrea Mollica
intervento usa su proteste turchia

La rimobilitazione della base democratica sarà dunque essenziale per affrontare il giudizio di metà mandato degli statunitensi, solitamente severo. L’entusiasmo di alcuni commentatori repubblicani, giustificato solo per l’amarezza d i tonfi del 2006 e del 2008,  è però molto affrettato. Nelle due suppletive per la Camera dei Rappresentanti i democratici hanno vinto, come era nelle aspettative in California, mentre a New York  hanno strappato un seggio detenuto dal partito di Lincoln da circa 150 anni. L’eroe dei Tebaggers  e dei commentatori FoxNews, il conservatore Douglas Hoffman, ha costretto al ritiro la moderata repubblicana Scozzafava, ma ha regalato il seggio ai democratici. Un esito sorprendente,  poiché nell’ultimo decennio solo una volta nel 2001 il partito all’opposizione aveva perso un’elezione speciale della Camera. Una sconfitta che consegna a Obama e alla leadership congressuale  un Congresso leggermente spostato a sinistra proprio quando arriva il momento decisivo della riforma sanitaria. Un democratico moderato ha sostituito un repubblicano centrista a New York, mentre in California un liberal ha preso il posto di una clintoniana.

A conferma di risultati più variegati di quanto raccontato sui media, due referendum promossi dalla destra antistatalista in Maine e a Washington, simili nell’ispirazione alla celeberrima Prop 13 che lanciò Reagan, sono stati sconfitti nettamente, mentre lo Stato del New England ha bocciato ancora una volta i matrimoni gay. Considerando che in New Jersey i repubblicani hanno guadagnato solo un mandato all’Assemblea legislativa, rimanendo così in netta minoranza, e che in Virginia sono stati strappati solo 4 seggi ai democratici, nonostante la vittoria a valanga del ticket Gop,  i veri vincitori appaiono i candidati governatori.

McDonnell e in misura minore Christie hanno intercettato la mobilitazione dell’elettorato conservatore e la parziale disaffezione di quello moderato rispetto ai democratici, e più in generale rispetto ai politici al potere, basandosi su un messaggio pragmatico e non divisivo, tanto che lo stesso  McDonnell si era perfino complimentato con Obama per il premio Nobel.

Un messaggio non proprio coerente rispetto a quanto vuole la base conservatrice, che si innamora di politici, Palin prima e ora Hoffman, indigeribili per la maggioranza degli americani. Negli Stati Uniti si vince al centro, da sempre, e la tornata elettorale di ieri, quasi ossessiva nel rispettare la tradizione degli Stati chiamati al voto e il carattere locale di queste competizioni, lo conferma ancora una volta.

Niente di nuovo sul fronte americano, e mai lo si sarebbe potuto trovare quando solo la metà degli elettori delle presidenziali si presenta alle urne.

di ANDREA MOLLICA


su Giornalettismo