Van Rompuy-Ashton: un ticket al ribasso per la nuova Europa?

Pubblicato il 20 Novembre 2009 alle 19:45 Autore: Livio Ricciardelli

Alcuni hanno considerato la mossa di Brown come un tentativo di riavvicinare l’elettorato politico britannico alla sua figura, ma gli esiti della vicenda ben mostrano le reali intenzioni del “Prime minister” in rapporto allo scenario europeo. Mentre tra i popolari dunque già si dà per scontata l’indicazione di Van Rompuy, in casa socialista ancora vi sono dei dubbi. Intanto il governo italiano si dice disposto ad appoggiare la candidatura di un esponente italiano per un prestigioso incarico europeo, idem per il governo polacco che dichiara di considerare idoneo D’Alema dopo una gaffe dell’ambasciatore polacco a Bruxelles. Passa il tempo e si arriva alla resa dei conti: gli otto capi di governo socialisti dell’Ue, che formano il consiglio di presidenza del Pse, si riuniscono proprio nella giornata di giovedì presso l’ambasciata austriaca di Bruxelles. Gordon Brown dunque butta sul tavolo la sua ultima carta: non hanno accettato Blair alla presidenza? Va bene.

Ma la Gran Bretagna come minimo allora richiede il ministero degli esteri. La mossa spiazza molti. L’indicazione passa ai laburisti inglesi. La candidatura di D’Alema naufraga. Brown propone la commissaria europea al commercio, l’inglese Catherine Ashton per l’incarico. I socialisti non posso che prenderne atto. Nella serata di giovedì il vertice straordinario si chiude con una bella foto di gruppo per Van Rompuy e un bel mazzo di fiori per Lady Ashton. Una discussione che era partita con la candidatura di Blair, tra l’altro molto criticata, e che finisce con quella di Van Rompuy può apparire un po’ paradossale.

Si tratta in realtà di un esperimento politico che, per quanto poco rappresentativo, appare come senza dubbio innovativo: le due principali famiglie politiche europee, popolare e socialista, hanno dovuto gestire le trattative e indicare una singola personalità. Questo tra l’altro ha messo fuori dai giochi autorevoli esponenti che non appartengono a nessuna di queste due grandi famiglie politiche (tre nomi su tutti: Graham Watson, Emma Bonino e Guy Verhofstadt). Anche se la trattativa è stata gestita dai “partiti” forse sono proprio gli stati ad essere quelli più soddisfatti. Van Rompuy è un “animale da compromesso” e per quanto sia preparato non appare certo come persona carismatica capace di trattare alla pari con Obama o Hu Jintao. Per quanto riguarda la Ashton invece non si non prendere atto che non possiede quel requisito che si era posto in precedenza: essere ex premier o ex capi della diplomazia. Ma il fatto che sia una donna senza dubbio ha facilitato la sua posizione anche in nome di una questione di rappresentanza di genere. Massimo D’Alema è stato per giorni candidato unico dei socialisti ma alla fine il suo nome non ha avuto la meglio sugli interessi dei governi rapportati con il lavorio diplomatico dei socialisti. L’accantonamento della sua candidatura è dovuta alla strategia britannica, per ottenere almeno uno dei due posti, e alla sponda che Brown ha trovato in Zapatero interessato anche lui ad accordarsi per conservare il commissariato europeo all’economia. Può aver pesato anche il fatto che, oltre ad un esponente socialista, si richiedeva anche una personalità direttamente appoggiata da un governo socialista, requisito che D’Alema non possedeva. Vince dunque la strategia britannica di puntare tutto su Blair, sapendo di non poter ottenere questo obbiettivo, per poi però ripiegare almeno sulla “casella n. 2” del ministro degli esteri.

 

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →