Ires premiale e mini Ires: cosa cambierà? Il decreto attuativo

Pubblicato il 10 Agosto 2025 alle 00:10 Autore: Guglielmo Sano
Ires premiale

Ires premiale e mini Ires: cosa cambierà? Il decreto attuativo

Ires premiale e mini ires: in cosa consiste questo tipo di tassazione agevolata? La misura prevista dalla Legge di Bilancio 2025 pronta a diventare operativa dopo il licenziamento di un apposito decreto attuativo. Una panoramica delle novità in arrivo per quanto riguarda l’imposta sui redditi delle società.

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Ires premiale e mini Ires: cosa cambierà? Il nuovo decreto

Ires premiale e mini Ires: di cosa si tratta? L’Ires è l’imposta sui Redditi delle Società. In pratica, si tratta di un’imposta applicata alle società di capitali operativa dal 2004. La sua aliquota ordinaria è pari al 24%. Nella Legge di bilancio 2025 sono state previsti degli alleggerimenti dell’imposta in caso di investimenti in chiave innovazione e occupazione. Appunto, l’Ires premiale che offre la riduzione dell’aliquota al 20% e la cosiddetta mini Ires, un meccanismo premiale (sempre una riduzione progressiva dell’aliquota) pensato per le società che reinvestono gli utili, non li distribuiscono o li distribuiscono solo parzialmente.

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Quali sono le condizioni per accedere?

Ires premiale e mini Ires: chi può accedere a tali agevolazioni? Più nel dettaglio, possono beneficiare di questa misura le società che:

  • non sono in liquidazione o in crisi liquidatoria
  • investono in macchinari, impianti e tecnologie innovative, compatibili con i piani Transizione 4.0 e 5.0 o comunque in ricerca, sviluppo e innovazione;
  • effettuano assunzioni di giovani, donne e soggetti in difficoltà;
  • promuovono progetti di sostenibilità ambientale.

Fondamentale poi rispettare altre condizioni come:

  • accantonare almeno l’80% dell’utile in riserva;
  • destinare almeno il 30% (o almeno il 24% dell’utile) degli utili accantonati a investimenti qualificati.
  • garantire che le unità lavorative non diminuiscano rispetto alla media triennale precedente;
  • effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato per almeno l’1% del totale dei dipendenti medi occupati nel triennio precedente.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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