Lavori usuranti e gravosi: l’esenzione 2027 che nessuno dice (e le opportunità per i precoci)
Nel 2027 l’età pensionabile salirà per la maggior parte dei lavoratori italiani, ma non per tutti. La Manovra 2026 prevede infatti una deroga per chi svolge lavori usuranti e gravosi, che resteranno esclusi dagli adeguamenti legati all’aspettativa di vita. Una misura selettiva ma importante, che tutela chi ha svolto per decenni mansioni pesanti e logoranti.
L’esenzione è stata confermata dal Documento Programmatico di Bilancio 2026, in cui si è parlato anche di riforma caregiver, e rappresenta una delle poche certezze in un quadro previdenziale ancora instabile. Ma chi potrà beneficiarne davvero?
Lavori usuranti e gravosi: due categorie diverse
I lavori gravosi comprendono mansioni faticose ma non necessariamente dannose per la salute. Sono riconosciuti dalla legge e danno diritto ad agevolazioni come l’APE Sociale o la Quota 41 per i lavoratori precoci.
Tra questi rientrano operai edili, conduttori di gru, camionisti, personale sanitario turnista, insegnanti d’infanzia, addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, operatori ecologici, facchini, marittimi e siderurgici.
I lavori usuranti, invece, sono attività svolte in condizioni ambientali o orarie estreme: cave e miniere, cassoni ad aria compressa, fonderie ad alte temperature, lavori notturni e alla catena di montaggio. In questo caso le agevolazioni sono più consistenti, con accesso diretto a forme di pensione anticipata.
Le principali vie di uscita anticipata
Queste sono allo stato attuale le principali via di uscita anticipata dal mondo del lavoro per chi effettua lavori usuranti e gravosi.
APE Sociale per i lavori gravosi
Consente di lasciare il lavoro a 63 anni e 5 mesi con 36 anni di contributi (32 per edili e ceramisti). È riservata ai lavoratori che abbiano svolto attività gravosa per almeno 6 anni negli ultimi 7, o 7 negli ultimi 10. L’assegno massimo è di 1.500 euro mensili per 12 mensilità, non rivalutabili. Per le donne è prevista una riduzione contributiva fino a 12 mesi per figlio.
Quota 97 per i lavori usuranti
Riguarda chi ha almeno 35 anni di contributi e consente l’uscita con un’età minima di 61 anni e 7 mesi per i dipendenti (62 e 7 per gli autonomi). La somma di età e contributi deve raggiungere quota 97,6. I turnisti notturni possono accedere anche con requisiti leggermente più elevati (Quota 98 o 99 a seconda delle notti lavorate).
Quota 41 per i precoci
È riservata a chi ha versato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni di età e ha svolto lavori usuranti o gravosi per 7 anni negli ultimi 10 (o 6 negli ultimi 7). Permette di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.
Usuranti e gravosi novità 2027: stop agli scatti solo per i mestieri più pesanti
L’aumento previsto dei requisiti anagrafici (stimato in 3 mesi in più) non si applicherà a chi svolge attività usuranti o gravose. La misura, valida per il biennio 2027-2028, mira a compensare il peso fisico e psicologico di lavori che, di fatto, abbreviano la carriera lavorativa.
Resta da chiarire se l’esenzione varrà solo per le formule agevolate (come APE Sociale e Quota 97) o anche per chi accede alla pensione ordinaria. È probabile che lo “scudo” venga applicato solo a chi rientra nelle liste ufficiali delle mansioni riconosciute, già validate dall’INPS.
Cosa conviene fare adesso
Chi pensa di rientrare tra gli aventi diritto dovrebbe:
- Verificare l’estratto contributivo per confermare gli anni effettivi di attività gravosa o usurante.
- Richiedere il riconoscimento INPS della categoria prima di maturare i requisiti.
- Pianificare l’uscita considerando che l’esenzione dal 2027 potrebbe non essere estesa a tutti i regimi.
Le novità sulle pensioni in Manovra 2026 sono al centro del dibattito di questi giorni, tema vivo e attuale. Si attendono aggiornamenti su più fronti, che continueremo a seguire.