Grecia, campi di concentramento per immigrati. Il volto scomodo della crisi.

Pubblicato il 17 Luglio 2012 alle 19:43 Autore: EaST Journal
grecia

Detenendoli in una tale struttura e rifiutando loro il diritto di asilo, il governo greco viene meno all’articolo 22 della Convenzione sui diritti dell’infanzia entrata in vigore nel 1989, oltre che alla convenzione di Ginevra che garantisce tale diritto oltre alla protezione dei minori; il decreto presidenziale greco n. 81 del 2009, inoltre, ha di fatto annullato la distinzione tra adulti e minori in merito alla richiesta di asilo. La struttura stessa del campo risulta essere inquietante: da una parte le palazzine fatiscenti della scuola di polizia con gli alloggi per le guardie, dall’altra i container dei detenuti riarsi dal sole, circondati da chilometri di filo spinato e da una doppia recinzione. In sostanza il campo di Amygdaleza, l’unico di questo tipo attualmente aperto e funzionante, ha tutte le carte in regola per essere un vero e proprio campo di concentramento.

Rimane comunque nell’aria delle calde serate estive il sentore che la metà dei poliziotti ha rivotato per gli ultranazionalisti, come risulta da un’inchiesta del settimanale greco To Vima. Di concreto invece, oltre alla violenza, abbiamo da una parte la risposta popolare di molti cittadini greci che, per la giornata di giovedì 5 luglio, ad Atene hanno organizzato una marcia contro la xenofobia; dall’altra, le parole pronunciate dal leader di Alba Dorata, Nikolaos Mikalioliakos, che, forte della riconferma in parlamento, con il 6,98% (18 seggi) nella giornata di sabato 7 afferma: “Alba Dorata è qui, nonostante quanto dispiaccia a qualcuno, perché il popolo greco lo ha voluto. 426 mila uomini e donne greche. Siamo sorpresi di come alcuni vedono la volontà del popolo greco: quello che non piace a loro è sbagliato, quello che piace a loro è giusto”. Continuando con: Ci sono molti tirapiedi al potere, anche in aree politiche che sono considerate rivoluzionarie e radicali, ma sono dei tirapiedi, e l’unica cosa che vogliono è sedere sulle panche del parlamento”, sottolineando che “l’indipendenza nazionale è la cosa più importante di tutte”, per concludere che “ci sono milioni di immigrati clandestini, molti sono criminali e compiono rapine e omicidi con i kalashnikov.

Il precedente governo greco, escluso quello “dell’interregno” tra le due elezioni, il cui ministro della difesa, il generale Frangoulis Frangos, rimosso durante il “sospetto” cambio dei vertici delle forze armate effettuato da Papandreu il 1 novembre 2011, e richiamato dal Presidente Papoulias proprio in questa occasione, è stato l’unico a stringere la mano del leader di Alba Dorata, Nikolaos Mikalioliakos. Il potere politico greco, con poche distinzioni di partito, ha tutto l’interesse a far montare il conflitto sociale e non perde occasione per indicare nell’immigrato un “cancro” da cui occorre liberarsi per guarire dalla crisi e si mostra tristemente indifferente nei confronti delle formazioni neofasciste. Nel precedente governo il ministro socialista della protezione del cittadino Chrisochoìdi aveva dato il via alle retate della polizia nel centro di Atene: lo chiamavano “lo sceriffo” e poco prima del voto dichiarò: “Atene sarà pulita in pochi giorni dagli immigrati”. Ora sappiamo dove sono, in campi come quello di Amygdaleza.

foto da Deutsche Welle

Da EastJournal

di Marco Marchionni

L'autore: EaST Journal

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