L’Assemblea Nazionale del PD vista e vissuta da una delegata qualunque
Si chiacchiera, ci raccontiamo i nostri vissuti nel PD. Sempre interessante. Al tavolo di fianco pranzano Matteo Colaninno e Nicola La Torre. Sono felice di essere con Paolo e Louise.
Rientriamo. Ci siamo persi Letta, D’Alema e Fassino (Fassina invece abbiamo avuto modo di ascoltarlo…). Pazienza.
Nel programma che ci è stato inviato, la relazione conclusiva del segretario è prevista per le 17.
Invece, anche se non sono neanche le 15, ci viene annunciato dalla presidenza che, dopo i due prossimi interventi, il segretario farà le sue conclusioni.
Che strano. Certo, ci sono parecchi Odg da votare, però…
Come sempre, quando Bersani parla anche un po’ a braccio, è molto più efficace e chiaro.
La sua relazione (e conclusione) viene approvata a larga maggioranza.
Ora si passa alla votazione degli Odg presentati.
Dove sono seduta io, nel “gruppo Civati”, arriva Ignazio Marino, a dir poco infuriato, per dirci che tutti gli ordini del giorno presentati non verranno messi in votazione. Non ci si crede.
Eppure va proprio così. In sala si scatena una gran bagarre. Mai vista una cosa simile.
(sono, mio malgrado, al centro della scena perché tutto succede proprio intorno a me, e invidio molto Emilio D’Alessio che riesce ad assumere un’aria quasi indifferente facendo finta di leggere qualcosa sul suo ipad)
Viene fatto votare il documento sul tema dei diritti, al centro del contendere perché giudicato da molti inadeguato ( http://www.partitodemocratico.
A seguire viene proposto dalla presidenza un odg che, nelle intenzioni, dovrebbe riassumere e raccogliere i 3 odg presentati su primarie e dintorni. Si rimanda (come sempre) a non meglio identificati successivi approfondimenti in sede di Direzione Nazionale (http://www.partitodemocratico.
L’Assemblea si chiude malamente. Tra tessere restituite e deleghe stracciate.
Davvero una brutta pagina.
Dal mio punto di vista una gestione pessima da parte della presidenza dell’Assemblea.
Non mi è mai piaciuto attribuire manovre sottobanco a chicchessia.
Ma ieri, la volontà di NON far votare gli odg era palese.
Mi domando il perché di questo. Temo sia la paura.
La paura di essere messi in discussione, la paura di perdere, la paura di non veder più riconosciuto un ruolo.
Brutta bestia la paura. Porta a non capire più nulla. E a commettere errori. Anche gravi come quello di sabato.
E a pronunciare parole pesanti come “precludere” proprio in un luogo, l’Assemblea Nazionale, (il “massimo organo dirigente del partito” come troppo spesso pomposamente viene chiamato) dove l’apertura, l’ascolto, l’accettazione e l’accoglienza dovrebbero essere di casa.
Sicuramente non se ne esce bene.
Purtroppo non ne esce bene soprattutto il PD. Fatto da tante persone intelligenti, ricche di risorse ed energie. Rappresentato troppo spesso da una classe dirigente che appare ormai inadeguata e sorpassata.
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