Referendum PD, Civati all’attacco

Pubblicato il 25 Luglio 2012 alle 18:20 Autore: Matteo Patané

Rifacendosi infatti all’articolo 27 dello statuto del PD, Civati propone l’istituzione di cinque referendum interni al PD per vincolare la segreteria, se così vorranno gli elettori del partito, ad azioni e posizioni che persino l’Assemblea Nazionale non ha avuto il coraggio di affrontare.
Lo statuto del PD, in effetti, lascia ampio margine di azione a iniziative referendarie:

Articolo 27. (Referendum e altre forme di consultazione)
1. Un apposito Regolamento quadro, approvato dalla Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, disciplina lo svolgimento dei referendum interni e le altre forme di consultazione e di partecipazione alla formazione delle decisioni del Partito, comprese quelle che si svolgono attraverso il Sistema informativo per la partecipazione.
2. È indetto un referendum interno qualora ne facciano richiesta il Segretario nazionale, ovvero la Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, ovvero il trenta per cento dei componenti l’Assemblea nazionale, ovvero il cinque per cento degli iscritti al Partito Democratico.
3. La proposta di indizione del referendum deve indicare: la specifica formulazione del quesito; la natura consultiva ovvero deliberativa del referendum stesso; se la partecipazione è aperta a tutti gli elettori o soltanto agli iscritti.
4. Il referendum è indetto dal Presidente dell’Assemblea nazionale, previo parere favorevole di legittimità della Commissione nazionale di garanzia, sulla base di uno specifico Regolamento approvato dalla Direzione nazionale.
5. La proposta soggetta a referendum risulta approvata se ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi.
6. Il referendum interno può essere indetto su qualsiasi tematica relativa alla politica ed all’organizzazione del Partito Democratico. Il referendum può avere carattere consultivo o deliberativo. Qualora il referendum abbia carattere deliberativo, la decisione assunta è irreversibile, e non è soggetta ad ulteriore referendum interno per almeno due anni.
7. Le norme dello Statuto, fatto salvo quanto previsto all’articolo 43, comma 3, non possono essere oggetto di referendum.

Civati sceglie di non proporre direttamente i cinque quesiti, peccando forse – e non sarebbe la prima volta – in carenza di leadership, ma propone al contrario che siano gli iscritti, attraverso Prossima Italia, a definire e rifinire quali saranno i quesiti referendari, limitandosi a indicare le aree di azione: fisco, diritti civili, ambiente, spesa pubblica e governo del Paese.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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