Termometro Finanziario: mercati verso i nuovi massimi, aspettando qualche buona notizia

Pubblicato il 17 Settembre 2012 alle 11:13 Autore: Giovanni De Mizio

Ci sono dubbi circa l’efficacia di questo piano: finora la Fed ha seguito una linea decisamente accomodante, che però è riuscita soltanto a contribuire a una crescita economica bassissima. L’ondata di denaro fresco di stampa, infatti, è riuscito a malapena a contrastare l’effetto del deleveraging, ovvero dalle manovre (ovviamente recessive) che pubblico e privato stanno attuando per liberarsi dei debiti accumulati negli anni passati. Bernanke ha dunque deciso di spingersi ancora più oltre, facendo porre ad analisti e investitori una domanda fondamentale: la Fed ha deciso di accettare una più alta inflazione pur di creare nuova occupazione? Gli indici che misurano le aspettative di inflazione rispondono in modo positivo. C’è solo da aspettare e sperare che funzioni: d’altro canto, una più alta inflazione ridurrebbe il costo reale del debito, aiutando il deleveraging e quindi innescando nuovi investimenti quando il rientro dal debito sarà concluso. Il lato oscuro della medaglia è, però, che l’inflazione è pur sempre una tassa sulla povertà. La crisi è evidentemente ancora dominante nel nostro panorama.

Passando agli appuntamenti macroeconomici previsti per la settimana, lunedì segnaliamo il dato della bilancia commerciale italiana, prevista in calo, ma comunque positiva. Un peggioramento è comunque atteso se si considera che il rafforzamento dell’euro colpirà le esportazioni. Martedì conosceremo l’indice ZEW che misura il sentiment economico tedesco: il dato sarà migliore del precedente, almeno secondo gli analisti, ma ancora in territorio negativo, a segnalare che il futuro è dipinto ancora a tinte fosche.

Mercoledì sarà la giornata dell’edilizia statunitense, poiché usciranno i numeri relativi a nuovi permessi di costruire, nuovi cantieri residenziali aperti e le vendite di case esistenti, che dovrebbero segnalare un mercato ancora stagnante. Giovedì è atteso il dato preliminare dell’indice dei direttori degli acquisti (PMI) tedesco previsto lievemente in recupero, ma comunque al di sotto dei 50 punti che lascerebbero presagire un ritorno alla crescita economica. Discorso simile per il PMI europeo. Sempre giovedì, negli USA, oltre ai tradizionali jobless claims attesi tutto sommato stabili, si segnala l’indice che misura l’attività economica nel distretto di Filadelfia, atteso in miglioramento ma ancora in territorio negativo.