L’ascesa dell’homo economicus e la crisi della politica
E’ perchè la politica è sempre stata al di sotto di questo suo compito negli ultimi decenni che è andata incontro alle forme di degenerazione che ben conosciamo. Ma è stata al di sotto del suo compito esattamente perchè il suo posto è stato scalzato (anche per sua colpa e responsabilità) dall’economia e dalla finanza. Processi storici e decisioni politiche hanno condotto a consegnare agli attori forti che operano sui mercati finanziari un potere enorme, rispetto al quale i politici occupano una posizione subordinata. Questo si è riflesso anche sul piano ideologico, in quella rappresentazione che, negli ultimi trent’anni, assegnava alla politica quasi solo il compito di rimuovere gli ostacoli al dispiegarsi della forza del mercato, dalla quale ci si aspettava la soluzione di tutti i problemi. Al tempo stesso il pensiero postmoderno squalificava le visioni del mondo complessive, quelle che, come abbiamo visto, sono essenziali alla politica concepita in senso alto.
Per giungere a un’inversione di questi processi storici, e dunque a un recupero del ruolo e della dignità della politica occorrerebbe innanzitutto limitare il potere dei mercati finanziari attraverso una regolazione incisiva, in analogia con quello che avvenne negli USA all’epoca del New Deal roosveltiano. Contemporaneamente bisognerebbe lavorare perché nasca una nuova cultura all’altezza dei processi in corso, che possa restituire consapevolezza del suo ruolo alla politica. Infine sarebbe necessario riorganizzare i partiti in maniera che possano tornare a svolgere il loro ruolo di selezione e formazione di una classe dirigente e di uno strato diffuso di militanti. Se si farà tutto questo emergerà anche una nuova leva di politici e di intellettuali che sapranno elevarsi ben al di sopra del livello attuale.
