Rassegna Stampa TP: Anche Confindustria boccia il dl Stabilità. Polemiche nel Pd.

Pubblicato il 17 Ottobre 2012 alle 10:12 Autore: Andrea Turco

Oggi i maggiori quotidiani danno risalto alle parole del segretario Pd, Pier Luigi Bersani che, in un’intervista alla tv di Repubblica, ha – secondo alcuni – “scaricato” l’ex premier Massimo D’Alema. “Io non chiederò a D’Alema di candidarsi. Io non chiedo a nessuno di candidarsi. Io non sono quello che nomina i deputati – spiega Bersani che poi ha aggiunto – Io farò applicare la regola, chi ha fatto più di 15 anni deve chiedere una deroga alla direzione nazionale”. Parole che sanno di addio e che hanno irritato non poco il presidente del Copasir. “Decide il partito non Bersani” ha replicato D’Alema che in un’intervista a Repubblica avverte “Non sono un cane morto.  Sbaglia chi mi crede finito”. Intanto però tra “Max e Pier è sceso il grande freddo” come scrive La Stampa. Se D’Alema rinunciasse a candidarsi “sarebbe la fine di Botteghe Oscure” scrive Pubblico. Di diverso avviso il Giornale: “Mamma mia sono tornati i comunisti”. Sull’Unità il governatore della Toscana Enrico Rossi chiede al partito di “Rinnovare non rottamare. Per far vincere la capacità”. Europa invece consiglia: “Rinviamo la questione delle candidature” se no si corre il rischio di mettere in ombra le primarie. Ma la caccia alle streghe continua. Secondo Il Fatto Quotidiano la prossima a cadere sarà “Rosi Bindi”.

 

Il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore danno ampio spazio alla Legge di Stabilità il cui testo definitivo è stato consegnato ieri alla Camera. “Più Iva meno Irpef ecco le nuove tasse” titola il quotidiano di via Solferino. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi,  boccia la manovra del governo: “Nessun provvedimento incisivo”. La legge di Stabilità preparata dai tecnici non è piaciuta ai partiti che vedono nell’aumento dell’Iva e nel taglio alle detrazioni fiscali un aggravio ulteriore per le tasche dei cittadini. La Stampa rivela che all’interno del governo non sono mancate “critiche dirette al ministro dell’Economia”. La manovra però può essere cambiata. Ne è certo Maurizio Lupi (Pdl) che, in un’intervista ad Avvenire, rivela: “La legge sarà corretta in Parlamento”.

 

Altre notizie. Intanto gli scandali alla Regione Lombardia non si fermano. Due esponenti della Compagnia delle Opere di Bergamo sono indagati per corruzione, rende noto il Corriere. Avrebbero preso denaro affinché gli amministratori della regione autorizzassero una discarica d’amianto. Intanto, secondo Repubblica, Berlusconi avrebbe deciso di scaricare Formigoni: “Al Pirellone meglio vada Maroni”.

L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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