Congresso PD 2009: tra conferme ed alcune sorprese

Pubblicato il 11 Ottobre 2009 alle 22:42 Autore: Redazione

Congresso PD 2009: tra conferme ed alcune sorprese

 

Congresso PD 2009: tra conferme ed alcune sorprese

DOPO AVER SEGUITO, grazie all’importante contributo dei nostri lettori, il recente Congresso Nazionale del Partito Democratico, ci occupiamo ora di uno studio statistico che vuole mettere in luce alcuni aspetti del voto congressuale che ha visto dar la vittoria temporanea a Pierluigi Bersani con il 55,13% dei voti.

Nessuna sopresa dunque su questo dato, ma se andiamo ad analizzare più nel dettaglio i valori regionali, alcune sorprese emergono.

In un recente articolo di Andrea Mollica è stato analizzato il tesseramento del Partito Democratico regione per regione, ed il rapporto tra i nuovi tesserati ed i voti che il PD ha preso durante le Elezioni Europee 2009 ed Elezioni Politiche 2008.

Presentiamo alcuni studi che vogliono correlare il voto congressuale con le Europee 2009, per comprendere come le varie regioni si siano comportate.

GUARDA TUTTI I DATI STATISTICI DEL CONGRESSO DEL PD 2009.

Per agevolare la lettura, abbiamo catalogato in un unico file .xls tutti i dati del Congresso PD 2009. CLICCATE QUI PER SCARICARE IL FILE.

Il rapporto tra gli iscritti e votanti durante il Congresso 2009 ed il numero di voti che il PD ha preso alle Europee 2009 può essere visualizzato da questo istogramma. Le barre blu corrispondono al rapporto tra Iscritti al PD e Voti alle Europee 2009. Le barre rosse corrispondono al rapporto tra Votanti al Congresso 2009 e alle Europee 2009.

Rapporto Iscr.Vot./Eur09

Secondo una regola ufficiosa della politica, il rapporto tra iscritti e votanti non dovrebbe mai superare il 20-25%: ovvero per ogni iscritto in un partito non ci dovrebbero essere meno di 4-5 elettori. Questa soglia di guardia è ufficiosamente stabilita per individuare eventuali situazioni ambigue in una certa località. Basilicata, Campania e Calabria sono perciò regioni in cui questo rapporto è simile o superiore al livello di guardia.

Un altro indicatore di regioni con dati non in linea può essere il raffronto tra la differenza relativa tra il dato regionale e quello nazionale per le percentuali di voti del PD alle Europee 2009 (seconda colonna) ed il rapporto Iscritti Congresso/Votanti PD alle Europee 2009 (terza colonna).

Voto Eur09 Reg/Italia (x100) Rapp. Iscr./Voti Eur09
BASILICATA 0.12 19.26
CALABRIA -0.03 25.1
CAMPANIA -0.11 18.29
LAZIO 0.08 11.23
MARCHE 0.15 7.5
MOLISE -0.53 12.6
PUGLIA -0.17 11.15
SICILIA -0.16 15.05
UMBRIA 0.3 14.07
ABRUZZO -0.15 7.5
EMILIA R. 0.49 14.3
FVG -0.02 5.54
LIGURIA 0.14 6.3
LOMBARDIA -0.18 4.17
PIEMONTE -0.06 3.8
SARDEGNA 0.36 13.73
TOSCANA 0.48 9.22
TRENTINO -0.33 3.7
V.D’AOSTA -0.51 3.74
VENETO -0.22 4.84

Basilicata, Lazio, Marche, Umbria, Emilia, Liguria, Sardegna e Toscana sono le uniche regioni in cui il PD ha preso una percentuale più alta che a livello nazionale durante le Elezioni Europee. Nelle altre, si notano dati contrastanti: in Campania si hanno circa 5 elettori per ogni iscritto eppure il PD ha perso l’11% relativo alle Europee. In Calabria, 4 elettori per ogni iscritto, eppure il PD ha perso il 3% relativo. In Molise, 8 elettori ogni iscritto ma il PD ha perso più della metà della propria percentuale nazionale. In Sicilia, circa 7 elettori per ogni iscritto ed il PD ha perso il 16% relativo. In Puglia, più di 10 elettori per ogni iscritto, ma il PD perde il 17% rispetto al dato nazionale.

Sono questi dati piuttosto contradditori. Ci si aspetterebbe infatti che laddove vi siano molti iscritti, il partito ottenga quantomeno un buon risultato percentuale. Altrimenti questo potrebbe dire che 1) gli iscritti non vanno a votare 2) la dirigenza locale non ha portato avanti una campagna elettorale efficace 3) gli iscritti non rispecchiano il reale elettorato.

La media regionale del rapporto tra Iscritti e Voti alle Europee 2009 è pari a 10,76, mentre il dato nazionale si attesta a 10,33 (questo perché si ripesano le regioni secondo i pesi demografici appropriati). Toscana e Puglia si attestano su valori simili al dato nazionale (9,22 e 11,15 rispettivamente). Il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta ed il Piemonte le regioni con il più basso rapporto, pari a 3,7%, 3,74% e 3,8% rispettivamente. Come detto, Campania, Basilicata e Calabria le regioni con il più alto rapporto, pari a 18,29%, 19,26% e 25,1% rispettivamente. L’Emilia Romagna, la regione con il più alto numero di iscritti in assoluto, ha un rapporto di solo 14,3%.

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L'autore: Redazione

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