Il riso Samorì, cotto (a sinistra) e mangiato (a destra)

Pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 00:01 Autore: Redazione

]Ecco è qui che avverto lo stupore di Telese e Porro, mi alzo, porto il mio riso alle verdure con me sul divano. Questo qui  ha i tempi televisivi, ribatte colpo su colpo. Rottama Alfano con un colpo di tosse. Snocciola numeri, spiega la sua ricetta per risanare il debito pubblico  e far ripartire i consumi. Difende il ceto medio, quello basso, quello “medio basso” (geniale, tutti si sentono medio bassi), si rivolge ai moderati (geniale, tutti hanno bisogno di sentirsi moderati), propone la patrimoniale per i ricchissimi (come lui, ma sorride e si schernisce, spiega che è necessario). Spiega persino che i ricchi  “quelli veri” debbono dare il contributo per l’unico motivo per cui un nababbo pagherebbe: “diventare ancora più ricco, fra pochi anni”. Capolavoro, la tassa come investimento. E’ acutissimo, creativo, rassicurante. Smetto di mangiare, ascolto in religioso silenzio. Mi andrebbe di fumare, ma l’accendino è lontano e non riesco a distogliere gli occhi dal nuovo Dalì, quello lì, Samorì.

Non so di cosa abbia bisogno il centro-destra, ma lui (con la ‘l’ ancora piccola) ha capito cosa cercano quelli che stanno guardando la tv, cioè gli elettori, cioè gli italiani, cioè il popolo.

Analisi politica. Si presenta come il nuovo di destra. Con un programma di sinistra (Questo gioco l’ho già visto, senza contare che il riccone che vuol far del bene alle classi meno abbienti è più affascinante del povero che vuol fare del bene ai ricchi); è anziano (maturo via), ma anche nuovo; rassicurante (avvocato di fama), ma anche spregiudicato (prendo i soldi qui, li metto là..); dice la verità (siamo un paese malato), ma dà speranza (so io dove prendere i soldi, azzerare il debito rilanciare i consumi); è amico di Silvio, ma nemico di Alfano. Praticamente il maanchismo senza pronunciarlo. Veltroni gli fa un baffo e non ci vuole un genio per capire che i delusi del centro destra in cerca di Mattei Renzi sono accontentati.

Ecco, da oggi ho un nuovo piatto nel mio ricettario: il riso Samorì, quello che non ho mai potuto finire di mangiare.

di Giorgio Bernardini

L'autore: Redazione

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