Franceschini e il video della discesa in campo: diretto, ma non convince

Pubblicato il 27 Giugno 2009 alle 21:40 Autore: Giovanni Diamanti
dario franceschini

La conclusione del discorso è, forse, la parte più efficace ed evocativa: “il Pd è nato poco più di un anno e mezzo fa. Quando Berlusconi sarà solo un ricordo triste e lontano, il Pd sarà ancora un partito giovane. Dobbiamo volergli bene anche quando inciampa, anche quando sbaglia. Per questo, dobbiamo aiutarlo con tutte le nostre forze, con il nostro entusiasmo e la nostra passione. Sarà un cammino lungo e difficile, ma so che insieme ce la faremo” .

E’ un concetto suggestivo, quello di “voler bene ad un partito”, più adatto alla Prima Repubblica che al giorno d’oggi. Quest’idea di un rapporto emozionale tra il partito e il militante affascina, intriga, si rivela una scelta azzeccata per il finale di un discorso che non passerà certo alla storia per empatia o comunicatività, ma che può essere un punto di partenza per costruire un rapporto nuovo tra partito ed attivista. Più interattivo, più emotivo. Emotività un po’ tradita, va detto, dal linguaggio non verbale: che, ricorda  sempre Giovanna Cosenza, ‘vale’ cinque volte più della parola nella percezione delle persone.

Qualche spunto interessante, da sviluppare. Ma in un discorso globalmente poco incisivo e prolisso, che comunicativamente non convince appieno. Una discesa in campo avrebbe meritato qualcosa di più.

 

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