La politica vista dai blog, forum, socialnetwork e newsletter.

Pubblicato il 17 Settembre 2009 alle 14:48 Autore: Redazione

Tra i siti italiani esistono molti spazi dedicati alla politica, in modo diretto od indiretto: il caso più emblematico e famoso è certamente il blog di Beppe Grillo. Esistono tuttavia miriadi di altri luoghi dove gli internauti (versione post-moderna degli Argonauti) si scambiano opinioni, pareri, punti di vista, proposte. Il sito del Termometro Politico nacque proprio dalla volontà dei suoi fondatori di concedere uno spazio a tutti coloro i quali cercavano alcune particolari informazioni, sparpagliate in modo incoerente sulla rete. I creatori di questo sito provengono tutti quanti da una lunga esperienza in un forum, chiamato Politica Online, recentemente chiuso dopo la scomparsa del suo proprietario ed ideatore, Mario Zerbato. Quel forum fu per molti italiani un luogo di ritrovo costante di dibattito (spesso di scontro) politico.

Noi del Termometro Politici siamo fortemente convinti che in Italia sia ancora presente una grande attenzione alla politica. Questa attenzione però deve essere veicolata nel modo corretto, in sintonia con una società globale che cambia a velocità folle per alcuni. Una velocità che spaventa le vecchie generazioni ma che affascina quelle nuove.

La domanda che i più curiosi si possono porre è allora la seguente: cosa attira, spinge, invoglia sempre più cittadini italiani nel dedicare parte del proprio tempo libero alla politica, i partiti, le leggi emanate e tutto ciò che ne consegue attraverso gli innumerevoli mezzi concessi da Internet? E perché su Internet e non nella vita reale e non virtuale?

Non sono un sociologo né tanto meno uno psicologo, quindi le mie motivazioni potranno risultare errate o non del tutto corrette secondo i parametri ufficiali. Tuttavia propongo ciò che la mia esperienza mi fa osservare quotidianamente. Ecco qui un elenco schematico di ciò che io ritengo i 5 catalizzatori determinanti per poter descrivere questa nuova tendenza sociale.

1) l’anonimato: basta una email (posta elettronica), un nickname (un soprannome) ed una password (una parola segreta d’accesso) ed il gioco è presto fatto. Un sistema veloce, poco invasivo e discreto, che consente anche al più timido di noi di diventare un interlocutore attivo in qualunque sito internet. Ai puristi questo sistema potrebbe creare dei grattacapi intellettuali e filosofici, ma non è questo il caso per tutto il resto del mondo. Immaginate di lavorare per una compagnia/azienda che non tolleri troppo che i propri dipendenti esplicitino pubblicamente il proprio pensiero politico-religioso-sociale. Non c’è bisogno di tirare in ballo i servizi segreti: pochi datori di lavoro sarebbero lieti di leggere i punti di vista dei propri dipendenti, specie se questi fossero critici del proprio operato. Ecco dunque perché l’anonimato risulta ancora una volta vincente. Certo l’anonimato cela anche delle insidie per i gestori di siti internet, quali la calunnia, le offese, il plagio. La Polizia Postale dovrà lavorare ancora più alacremente per scovare il responsabile. Tuttavia i casi sono sporadici, soprattutto quelli gravi ed inoltre in ogni sito internet che si rispetti esiste un gruppo di moderatori i quali hanno il compito di monitorare costantemente che non si arrechi danno alcuno. Spesso in stretto contatto con le Forze dell’Ordine. L’anonimato per alcuni mina e distrugge le fondamenta dell’attività sociale canonica, delle relazioni personali. Rimane il fatto che alcuni gruppi anonimi si riuniscano di persona per celebrare la propria amicizia virtuale e sebbene in qualche caso vi siano state spiacevoli sorprese, la rete in questo caso non perdona: come vedremo più avanti, in rete non puoi mentire troppo a lunga, a causa della velocità e capillarità d’azione.

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L'autore: Redazione

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