Tra luci e ombre, la scuola politica del PD

Pubblicato il 3 Aprile 2011 alle 18:01 Autore: Matteo Patané

Il Partito Democratico scommette quindi sul ruolo, sulla professione si potrebbe dire, del politico, e come in ogni professione la formazione e l’aggiornamento sono fasi indispensabili del percorso lavorativo.

 

La proposta del PD, di fatto, è avvantaggiata dal momento storico: da un lato gli scandali che si stanno riversando sul premier e che hanno visto coinvolte persone da lui fortemente volute in politica e dall’altro l’ancora scarsa informatizzazione del Paese non possono che far vedere di buon occhio l’idea di una scuola di formazione politica, che permetta la costruzione di una classe dirigente, oltre che competente e preparata sui nodi che la politica deve affrontare e risolvere, in grado di “essere” politica e non solo di “fare” politica.

 

L’approccio è speculare rispetto a quello del MoVimento: se per i grillini infatti è prioritario incrementare il sapere disponibile nella rete, per il PD al centro dell’attenzione sono le persone. Per il MoVimento è importante che qualcuno sappia cosa fare e che quel qualcuno possa trasmettere e condividere le proprie competenze, per il PD è essenziale dotare la classe dirigente di domani degli strumenti per decidere scientemente in autonomia.

 

Se queste sono le intenzioni che traspaiono con evidenza dalle scelte del PD, il progetto Officina Politica può essere nei fatti uno strumento in grado di tradurrle in realtà?

Il master si articolerà tra classici incontri e lezioni, incentrati sui tre grandi temi oggetto del corso, sull’analisi di un romanzo contemporaneo (ancora top secret quale sarà), e metodologie di insegnamento più innovative come corsi di yoga e giochi di ruolo. Come già le Frattocchie, Officina Politica vuole essere non soltanto un momento di istruzione, quanto piuttosto un luogo fisico di condivisione di esperienze, di vita in comune e comunicazione sia in senso orizzontale – con gli altri iscritti – che verticale – con il corpo docente.

 

La scelta dei temi è inoltre quantomai in linea con la figura dirigenziale che il PD immagina di formare: in particolar modo i corsi di cultura politica e comunicazione appaiono improntati alla reale costruzione della figura del politico, lasciando al corso di istituzioni il compito di pensare alle vere e proprie competenze. Proprio il corso sulla comunicazione, che di per sé non “serve” ad un politico in quanto non aiuta nella risoluzione dei problemi quotidiani dei cittadini, distingue appieno la linea programmatica di formazione intesa dal PD da quella del MoVimento 5 Stelle.

 

L’iniziativa democratica ha i suoi punti di debolezza sulle modalità di accesso ai corsi: se l’apertura ai giovani sotto i 35 anni appare motivata dalla volontà di insistere sulla questione giovanile, se la scelta di avere una quota paritaria tra uomini e donne può essere intesa come un tentativo di valorizzare la partecipazione femminile, la quota di ammessi al corso – 40 – e le modalità di selezione – cooptazione dei segretari regionali – gettano fitte ombre sull’Officina Politica, quasi ridisegnandone scopi e finalità. Ammesso e non concesso che un numero così basso di iscrizioni possa trovare giustificazione in un progetto pilota al primo anno di attività (e allora sarà l’evoluzione temporale dell’Officina a svelarlo), la scelta di accettare nel corso persone solo su segnalazione dei segretari regionali pare delineare una situazione di partenza poco trasparente e meritocratica, dando l’idea di un partito ancora troppo chiuso al proprio interno, di regolamenti di conti tra correnti, di selezioni viziate dal rapporto con le segreterie.

Spetta al Partito Democratico, con le scelte dei candidati, dimostrare che non è così.

 

(Blog dell’autore: Città Democratica)

 

 

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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