Dal Patto Segni alla Lista Monti: l’eterno ritorno della politica italiana

Pubblicato il 7 Gennaio 2013 alle 14:23 Autore: Dario Cafiero

Diciannove anni dopo gli schieramenti sono sorprendentemente simili: Bersani guiderà il consenso progressista, guardando a sinistra, ma avendo supporters anche dalla sua destra (come ad esempio il Centro Democratico del ‘compagno’ Tabacci e di Donadi, che somiglia tanto alla sopra citata Alleanza Democratica). Agli antipodi un Berlusconi che sogna una “riverginazione”, proponendo agli elettori un nuovo l’accordo con la Lega e sondando il terreno a sud con forze di destra (dall’appoggio a Storace nelle regionali del Lazio, fino alla candidatura di Dell’Utri). E nel mezzo? Beh, l’alter ego di Mariotto Segni pare proprio Mario Monti, che con tre liste al suo seguito si farà abbracciare da Pierferdinando Casini, anche se con numerosi paletti.

Probabilmente si tratta di una lettura superficiale, perché si tratta di situazioni diverse, di crisi economiche differenti, da vincoli europei molto variati, perché si arriva da differenti crisi politiche. Per carità, tutto vero. La sorpresa sta, infatti, “solo” nella ciclicità che la politica italiana offre come “risposta” a queste situazioni di difficoltà. Cioè, apparentemente, sempre le stesse.

L'autore: Dario Cafiero

Laureato in Comunicazione politica all'Università di Firenze con una tesi sul linguaggio politico di Mario Monti prima delle elezioni politiche del 2013. Collabora con l'Unità e al Corriere Nazionale, ed alla campagna elettorale regionale 2010 per il candidato di centrosinistra. Dal 2011 all'ufficio stampa della giunta provinciale di Firenze. Appasionato di politica e giornalismo, ultimamente scopre (dal divano) il fantastico mondo del basket
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