Russia, l’impunità dei re(i)

Pubblicato il 28 Gennaio 2013 alle 19:58 Autore: Marco Residori

Incomincia a leggere. “Regali e protezioni; ecco i due articoli supplettori che compensavano l’imperfezione dei codici Alle volte anco il giudice dalla multa inflitta al reo percepiva la sua porzione; e contro quei giudici che si mostrassero un po’ corrivi a tale specie di entrata, non soccorreva altro rimedio che la minaccia, o diretta del reo se questo era potente, o invocata da uno più potente se il reo era umile. Spesso anche il giudice si accontentava di intascar la sua parte sotto la tavola, e firmava un decreto di innocenza, beato di schivare fatica e pericolo”.

Termina la lettura e, con identica puntigliosità, vomita la sua laconica sentenza. “Io sono avvocatessa commerciale. Esattamente così funziona l’odierno sistema giudiziario in Russia”. Approfittando del mio frastornato silenzio, prosegue oltre. Ogni mattina io, avvocatessa, mi trovo costretta a scoraggiare un numero crescente di richieste dei clienti. Il numero di rei potenti, o protetti da potenti, aumenta quotidianamente. I rischi personali e le infinite disponibilità finanziarie delle compagnie costituiscono disincentivi sufficienti a rendere inerme la giustizia. Sarebbe veramente un suicidio intraprendere delle cause giudiziarie in queste condizioni. Certo, in alcuni casi, motivati dalla tenacia dei clienti internazionali, increduli davanti a tal impunità giudiziaria, ricorriamo a diverse tutele. Il risultato è però identica inefficacia”.

Ripresomi dall’atonicità, le domando cosa si nasconda dietro l’espressione “diverse tutele”. Stuzzicata dall’interesse mostrato, continua: “Intendo, particolari clausole, inserite nei contratti di partnership tra le compagnie russe e gli investitori internazionali, in cui si avverte che, qualora sorgano incomprensioni, le dispute debbano essere presentate davanti a tribunali di Paesi terzi. L’insufficienza di tal pratica si rivela però a seguito delle sentenze. Una sentenza di condanna, prima di veder decorrere i suoi effetti, deve infatti essere applicata dai tribunali in Russia. In questa sede si ripresenta l’arbitrarietà del sistema giudiziario. Abusando del limite d’applicazione sancito dalla generale formula “against public policy”, i venduti implementatori della giustizia revocano così gli effetti delle sanzioni sentenziate dalle corti internazionali, rendendo vani i faticosi sforzi del nostro lavoro e garantendo impunità ai rei”.

Ci avvertono che la cena è pronta. Ci accomodiamo a tavola e amaramente leviamo i calici. на здоровье! Na Zdorovye! Salute!

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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