Sondaggi Tecné, tra effetto IMU e perplessità

Pubblicato il 14 Febbraio 2013 alle 12:01 Autore: Matteo Patané

Focalizzando l’attenzione sulla variazione del distacco tra le due principali coalizioni, la scala cromatica evidenzia i maggiori scostamenti dalla media: oltre alla Liguria, dove pare che la netta crescita di Grillo abbia punito il PdL mentre in Sicilia si sarebbe rivalso soprattutto sul PD, appaiono completamente fuori scala Sicilia e Lombardia, ovvero le due regioni che fino a questo momento hanno tenuto banco in questa campagna elettorale: una per eccesso di recupero da parte del centrodestra, l’altra per difetto. Si tratta di un fatto curioso: due regioni che storicamente hanno avuto propensioni a destra tutto sommato sovrapponibili appaiono ora vittime di andamenti completamente differenti, la Sicilia ormai seccamente a destra e la Lombardia contendibilissima.
Proprio il modo in cui il voto al M5S pare aver eroso talvolta a destra e talvolta a sinistra, e proprio una simile discrepanza tra queste regioni consiglia cautela nell’analisi di questo sondaggio.

Un’ultima tipologia di analisi riguarda il confronto con il voto del 2008. In questo caso i paragoni tra le due elezioni sono stati fatti associando Berlusconi 2008 a Berlusconi 2013, Veltroni 2008 a Bersani 2013, Bertinotti 2008 a Ingroia 2013 e Casini 2008 a Monti 2013.

Differenza tra sondaggi regionali e nazionali Tecné
settimana 6/2013 su elezioni politiche 2008

 

Variazione del distacco tra centrosinistra e centrodestra
su sondaggi regionali e nazionali Tecné
settimana 6/2013 su elezioni politiche 2008

Rispetto al 2008, come si può vedere, il bipolarismo italiano ne risulta pesantemente indebolito, sia con il rafforzamento di RC e Scelta Civica rispetto rispettivamente a SA e al centro di Casini, sia con la nascita di un polo inedito targato M5S.
È altresì vero che mentre il centrosinistra appare tutto sommato sulle sue posizioni o in moderato calo, per il centrodestra la perdita di consenso è a due cifre. Particolarmente significativo è il fatto che – agli attuali tassi di astensionismo – il numero di votanti scenderebbe di circa 6,5 milioni di persone rispetto al 2008, mentre la perdita secca del centrodestra supera i 7,5 milioni di consensi: un fenomeno che esula in maniera massiccia dall’astensionismo e denota un reale spostamento di consensi dall’area berlusconiana verso nuovi progetti politici.

È però dal dettaglio regionale che emergono i dati più significativi. Il centrosinistra non presenta sorprese di sorta, evidenzia un calo costante in tutte le regioni ad eccezione del Molise, dove pesa particolarmente l’assenza di Di Pietro. Il centrodestra, al contrario, mostra alcuni dati piuttosto sorprendenti: la coalizione berlusconiana perde in media il 15,5% sul 2008, ma colpisce come vi siano numerosi scostamenti da questa media; Berlusconi perde oltre il 20% in Campania, Lombardia e Sicilia, regioni dove tanto il M5S quanto Monti ottengono buone prestazioni, ma straordinariamente solo il 5% in Toscana, un dato incoerente se paragonato a quello di regioni con una storia politica simile come Emilia o Umbria. Si tratta di un dettaglio non da poco, stimabile in circa 100.000 voti, la dimensione di un medio capoluogo di provincia.

Passando infine al focus sulle variazioni del distacco tra centrodestra e centrosinistra tra 2008 e 2013, si nota un recupero da parte del polo progressista stimabile in 14 punti percentuale, ma anche qui distribuiti in maniera difforme tra le varie regioni italiane; se però il dato molisano, dove il distacco resta inalterato, è imputabile alla separazione tra PD e IdV, colpiscono ai due estremi i valori della Toscana, dove sostanzialmente i rapporti di forza rimangono invariati, e della Lombardia, dove il centrosinistra pare essere stato in grado di recuperare oltre il 23% sul centrodestra.

I sondaggi Tecné hanno certificato, nel corso della prima settimana di febbraio, un concreto recupero del centrodestra sul centrosinistra, tale da rendere plausibile, se proseguisse, uno scenario in stile 2006. Le modalità di tale recupero, tuttavia, appaiono quantomeno peculiari, partendo dalla brusca variazione in appena sette giorni del dato siciliano per proseguire con le anomalie toscane e lombarde che invece, pur inserite in un percorso coerente nei sondaggi Tecné, appaiono fortemente slegate – né pienamente spiegabili con la frammentazione dell’offerta politica – dall’andamento nazionale.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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