La Lega di Maroni, sospesa fra trionfo e spaccatura

Pubblicato il 18 Febbraio 2013 alle 18:54 Autore: Federico De Lucia

Ma, esattamente come nel gioco d’azzardo, quando sul tavolo la posta è alta, si rischia di vincere molto, ma si rischia di perdere altrettanto. Se Maroni dovesse perdere (e non è affatto escluso che questo avvenga), dal trionfo si passerebbe rapidamente alla catastrofe. È verissimo che la sua linea politica sta portando nuovi consensi, ma è altrettanto vero che salire nei sondaggi è abbastanza facile quando il partito è ridotto ai minimi termini e la linea politica alternativa alla tua è mediaticamente additata come la linea della corruzione e del malaffare.

I bossiani non si sono affatto estinti: sono ancora lì, più frustrati e agguerriti che mai, e molti tramano la rivincita, o addirittura la scissione. È vero che molti voti sono stati riguadagnati, ma è altrettanto vero che molto del voto più autenticamente di protesta se n’è volato verso Grillo, e certo non è allettato dalla Lega in doppio petto di stile maroniano più di quanto non lo sia dalla Lega da sagra paesana di stile bossiano. Inoltre, Il troncone veneto del partito, che è stato fondamentale nel colpo di mano dell’anno scorso, è furibondo per l’alleanza con Berlusconi, che gli toglie voti senza dargli nulla in cambio. Maroni, consapevole della situazione, ha già dichiarato che rinuncerà alla segreteria sia in caso di vittoria che in caso di sconfitta, ed è evidente che il nuovo segretario in pectore è il veronese Tosi.

Ma Bossi ha dichiarato che ha intenzione di ricandidarsi alla segreteria. Se Maroni dovesse vincere al Pirellone, probabilmente questa candidatura cadrebbe, ma se dovesse perdere, molto difficilmente i bossiani accetteranno di fare ancora la minoranza interna. E la scissione Bossi-Maroni, per la Lega, sarebbe l’anticamera della fine.

maroni e bossi