A suon di tasse

Pubblicato il 8 Marzo 2013 alle 19:54 Autore: RockEconomics

È anche vero che la Curva di Laffer non tiene conto dell’evasione fiscale, che sposta il peso della maggiore tassazione interamente sulle famiglie dei lavoratori dipendenti (che non possono evadere) e dei liberi professionisti onesti.

Tenendo conto del fatto che lo Stato ha un limite massimo di gettito oltre il quale non può e non ha interesse ad andare (limite che coincide con il totale delle spese), l’evasione fiscale non soltanto rischia di peggiorare i servizi offerti, perchè lo Stato non riesce a far fronte adeguatamente alle spese, ma a lungo andare incide negativamente sul benessere di tutti, costringendo lo Stato ad aumentare il carico fiscale oltre t* per ottenere le entrate necessarie.

Eradicando l’evasione fiscale, si diminuiscono le tasse.

Azzerando gli sprechi, si diminuiscono le tasse.

Prima che qualcuno contesti che “eh ma non è certo colpa nostra” o si lanci in invettive “contro la casta ladra”, faccio notare che, a ben vedere, come cittadini siamo tutti responsabili di entrambe le cose. Evasione è quando non paghiamo le tasse, quando chiediamo “e senza fattura quant’è?”, e quando non chiediamo che venga fatto lo scontrino fiscale. Banalizzo, ma anche questo è importante. Anche gli sprechi statali sono responsabilità dei cittadini: dal momento in cui vanno alle urne e diventano elettori, scelgono i propri rappresentanti per i successivi (ipoteticamente) cinque anni, e questi rappresentanti, mentre siedono in Parlamento, decidono come spendere i soldi di tutti.

Alla luce di tutto ciò, non riesco a non irritarmi quando sento parlare di “la Casta” come se fossero una razza a parte che si riproduce per gemmazione, nasce, cresce e muore all’interno del Parlamento, e di cui la gente comune si dichiara fieramente irresponsabile, come se i vari Berlusconi, Scilipoti, Trota eccetera non fossero stati eletti da qualcuno. Eleggendo figuri simili, e sentendosi di riflesso legittimati dalla condotta disonesta dei propri rappresentanti (condotta che ora sembrano tutti disprezzare profondamente, in un esempio di ragguardevole trasformismo, il che dimostra che davvero i nostri politici sono pienamente espressione del loro elettorato), è facile capire perchè anche l’evasione fiscale è il risultato di un circolo vizioso, che inizia dal cittadino e finisce nuovamente al cittadino, e di cui il cittadino non può lavarsi le mani.

Le prossime elezioni sono molto vicine, il mio consiglio personale è che se siete tra quelli che soffrono di più l’aumento dell’imposizione fiscale – ma anche se non lo siete – votate con criterio. Cerchiamo di non votare gente nuova solo perchè è nuova (anche Forza Italia e la Lega erano nuovi, nel ’94, e hanno fatto molto presto ad uniformarsi). Votiamo gente competente, che abbia le conoscenze per gestire organismi complessi come lo Stato, che non sia brava solo ad “essere nuova”. Suona bene?

Di Andrea Ricciardi 

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