Italia povera patria

Pubblicato il 7 Maggio 2013 alle 11:50 Autore: L Undici

Ora qualcuno mi dirà che non si può generalizzare, che il passato e il presente dell’Italia sono costellati anche di esempi positivi, che la storia non si ripete, ecc. ecc..

Tutto giusto e spero tanto che il futuro mi smentirà, ma faccio fatica a non credere che, in un contesto europeo, l’attuale depressione italiana ci condurrà a diventare sempre più il “Meridione d’Europa”, una terra depressa sotto ogni punto di vista, da cui le regioni ricche del Nord Europa in primis, succhiano e succhieranno risorse e che usano da pattumiera o per andarci in vacanza mentre noi li serviamo a tavola. Cento anni fa gli italiani emigravano come manovali per costruire i ponti, le ferrovie e i grattacieli di altre nazioni, oggi emigrano come ricercatori e “cervelli” per far progredire la ricerca e le imprese degli stessi Paesi o altri in via di sviluppo, ma il concetto è il medesimo.

All’Europa (intesa come chi comanda in Europa) va quindi a pennello che l’Italia rimanga in decadenza, senza mai affondare davvero, ma senza mai alzare la testa.

Anche in questo caso, poche novità e poche sorprese: dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (e non è un modo di dire), il Bel Paese è stato continuamente invaso dagli eserciti stranieri: spagnoli, francesi, tedeschi, austriaci hanno saccheggiato e signoreggiato in Italia per secoli, approfittando delle divisioni interne e dell’individualismo degli italiani di cui si è scritto sopra e che Goethe rilevava. Oggi non si tratta di eserciti armati di alabarde e cannoni, bensì di grandi compagnie straniere che si stanno comprando l’Italia pezzo dopo pezzo, un esempio facile, facile: Ryanair e Lufthansa sono divenute, di fatto, le compagnie aeree italiane.

In questo “nuovo Sud europeo”, ricattato dalle mafie o da chi con le mafie viene a patti, dove non si vuole e non si riesce ad escludere dal governo un personaggio come Berlusconi, in cui le “anomalie” della democrazia sono evidentemente la norma, i cambiamenti saranno sempre più rari, starà relativamente bene chi ha e avrà garantiti alcuni privilegi e le persone di valore, con voglia di fare e cambiare saranno sempre più spinte ad andarsene o a doversi confrontare con condizioni inadeguate. Mentre il mondo “accadrà altrove”, potremo però sempre farci un aperitivo (lungo “of course”!) davanti al mare e goderci un bel cappuccino la mattina al bar; per me con poca schiuma e bello caldo, grazie!

Gian Pietro “Jumpi” Miscione per L’undici

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