Polemiche a Cinque Stelle

Pubblicato il 9 Luglio 2011 alle 10:37 Autore: Matteo Patané
Polemiche a Cinque Stelle

Il 28 giugno lo stesso Grillo, con un post sul suo blog, interviene per minimizzare la questione e specificare il ruolo puramente tecnico dei quattro nominati. Ma se questo può tranquillizzare chi teme il cumulo delle cariche non vengono sopiti i dubbi elencati ai punti precedenti.

Vittorio Bertola, uno dei quattro scelti, così resoconta:

Giovedì scorso, su loro richiesta, sono andato a Milano dai Casaleggio, che mi hanno spiegato che, viste le continue richieste da parte di tutta Italia, si erano decisi ad affidare alcune attività di sviluppo della piattaforma nazionale a persone del Movimento di loro fiducia e con le capacità adatte al lavoro. Non mi hanno detto chi erano le altre, ma hanno detto che a me chiedevano di mettere mano a Movable Type (il sistema informatico su cui gira beppegrillo.it) per realizzare un archivio nazionale di interrogazioni, proposte di delibera e altri documenti presentati dai consiglieri eletti nei propri Comuni, e facilitarne la condivisione.

Sulla base di queste parole, svanisce ogni dubbio sulla provenienza della nomina: i Casaleggio, e solo loro, sono stati gli artefici della scelta; non vi è stata alcuna consultazione della base; una decisione calata dall’alto, senza condivisione quantomeno dei criteri. Esattamente il metodo che il MoVimento 5 Stelle depreca più di ogni altra cosa.

Con un vero e proprio salto del cavallo, Bertola dichiara poi le proprie dimissioni da consigliere comunale sottoponendosi, secondo le procedure interne al MoVimento, alla decisione degli elettori, dimostrando così di preferire l’incarico per cui è stato cooptato dalla Casaleggio rispetto a quello per cui è stato designato da migliaia di elettori torinesi. La critica assume ancora maggior valore se si tiene conto delle dichiarazioni dello stesso Bertola che aveva affermato di riuscire a fare solo uno o due anni del proprio mandato in Consiglio a causa delle sue esigenze lavorative e non ha invece ritenuto un ulteriore peso il progetto del repository nazionale delle proposte e delle interrogazioni del MoVimento.

Quotidiani e blog non simpatizzanti con il MoVimento non hanno naturalmente esitato a cogliere la palla al balzo: L’Espresso e La Repubblica, Il Giornale, La Stampa sono solo alcuni esempi del tam-tam che si sente in rete e che vede più di un grillino, per una volta, non chiudersi a riccio contro i mezzi di informazione e a porsi domande sulla condotta di Grillo e dei Casaleggio.

I link puntuali e le citazioni degli esponenti del MoVimento lasciano infatti in questo caso poco adito a dubbi: nella giovane formazione alternativa alle coalizioni principali vige un effettivo problema di democrazia interna, e la storia repubblicana insegna che un partito tende a governare il Paese come governa sé stesso. Certamente non un buon viatico per il MoVimento 5 Stelle, chiamato nei fatti a non rinnegare i valori per cui è nato, e grazie ai quali è stato in grado di calamitare consensi in questo primo scorcio di XXI secolo.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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